Lo specialista è a capo dell’equipe multidisciplinare presente all’interno dell’ospedale Annunziata di Cosenza dal 2017: «I pazienti che decidono di operarsi riacquistano l’autonomia e parlano di vera e propria rinascita»
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Sono mediamente un centinaio i pazienti trattati ogni anno nell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di chirurgia bariatrica dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, dove opera un team multidisciplinare specializzato nel trattamento dell’obesità, condizione che affligge una fetta sempre più ampia di popolazione anche in Calabria, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione.
La Calabria infatti, detiene il primato di obesità infantile ed è al secondo posto per l'obesità degli adulti. Carlo Chiodo, responsabile della struttura creata in seno all’Annunziata nel 2017, ospite degli studi di Cosenza Channel ha offerto preziose informazioni sulle attività svolte nell’ambito di questa particolare branca medica e delle diverse tecniche in cui si articola, finalizzate a supportare i pazienti nel complesso percorso della perdita del peso in eccesso.
«La diffusione nel mondo della condizione di obesità è ormai paragonabile ad una epidemia – ha detto lo specialista – Si pensi che ogni anno si riesce ad operare soltanto il 3 percento delle persone che avrebbero bisogno di dimagrire in modo sensibile non solo per poter condurre una vita normale, ma anche per scongiurare l’insorgenza di altre patologie. La principale è il diabete, ma anche l’ipertensione, altre malattie di tipo metabolico e purtroppo pure le neoplasie. Che sono più frequenti del dieci percento nei pazienti obesi rispetto a quelli normopeso».
Proprio il diabete può essere definitivamente guarito con la chirurgia bariatrica: «In effetti l’intervento è risolutivo della malattia – ha confermato Chiodo – Ed è stato lo studio proprio di un medico calabrese, il professor Francesco Rubino, a dimostrarlo. Tanto che il governo inglese ha introdotto la chirurgia bariatrica come sistema alternativo alla terapia farmacologica per il trattamento del diabete».
Ma a spingere i soggetti sovrappeso a rivolgersi all’ambulatorio dell’ospedale di Cosenza è soprattutto il desiderio di poter svolgere in autonomia le azioni che fanno parte della comune quotidianità: «Passeggiare, accudire i figli, trascorrere una giornata con gli amici. Alcuni pazienti hanno difficoltà nel compiere i gesti più semplici come allacciarsi le scarpe. Molti, dopo l’intervento, mi parlano di vera e propria rinascita».
Sulle cause del sovrappeso lo specialista parla di «scorretta alimentazione legata magari anche a problematiche di tipo psicologico. Ma vi sono anche casi di patologie disendocrine per cui vi è una componente ghiandolare alterata che porta ad un incremento di peso». La laparoscopia ha rappresentato una svolta «perché consente di operare in maniera mininvasiva.
Questo consente una rapida ripresa dei pazienti che possono lasciare l’ospedale già dopo soltanto due giorni di degenza mentre negli anni passati occorrevano circa tre settimane. Abbiamo avuto pazienti con obesità importanti che dopo l’operazione sono diventati runner ed hanno partecipato a maratone importanti come quella di New York. Nei primi tre mesi la perdita di peso dei pazienti è di almeno 50-60 chili. Abbiamo avuto pazienti che hanno perso fino 90 chili.
Parliamo quindi di una percentuale importante su quella che è la loro origine di inizio terapia». Per accedere al servizio basta la ricetta del medico di base: «Dopo la prima visita ambulatoriale il paziente viene preso in carico e sottoposto ad una serie di controlli: endocrinologico, nutrizionale, psicologico, gastroenterologico. Nella eventualità della presenza di altre patologie concomitanti, viene inoltre predisposto un consulto con lo pneumologo o il cardiologo prima di procedere all’intervento chirurgico».