Si è concluso il vertice di governo a Palazzo Chigi sul Ponte sullo Stretto, all'indomani della decisione della sezione centrale di controllo della Corte dei conti che ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull'opera. Alla riunione hanno partecipato la premier Giorgia Meloni, il vicepremier ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e in videocollegamento anche l'altro vicepremier Antonio Tajani, impegnato in una missione istituzionale in Africa. Erano presenti anche i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

La riunione è durata circa un'ora e mezza. In una nota diffusa da Palazzo Chigi si spiega che «si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall'ordinamento. Rimane fermo l'obiettivo, pienamente condiviso dall'intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell'opera».

Salvini: «Andiamo avanti, via ai cantieri a febbraio»

«Attendiamo con estrema tranquillità i rilievi della Corte dei Conti a cui siamo convinti di poter rispondere punto su punto. Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre, invece partiremo a febbraio», ha detto Salvini ai giornalisti al termine della riunione a Palazzo Chigi.

Sul Ponte sullo Stretto la «maggioranza è compatta. La premier Meloni e il vicepremier Tajani mi hanno dato mandato di andare avanti», ha aggiunto il leader della Lega.

«Senza nessuno scontro tra poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste. Ci sto lavorando da tre anni, ci lavorerò per tre anni e due mesi, poi gli ingegneri mi dicono che con sette anni l'Italia avrà un'opera unica al mondo e quindi va bene così. È un secolo che se ne parla, per me il tempo è denaro, ma voglio rispettare tutte le prescrizioni, tutte le riflessioni», ha affermato Salvini.

E ancora: «Abbiamo calendarizzato i prossimi passi, nel primo consiglio dei ministri a giorni informerò i colleghi su come intendiamo andare avanti, mettere in sicurezza in manovra i fondi necessari all'opera che siamo determinati a portare avanti».

Il vicepremier ha poi spiegato che «il mio obiettivo è realizzare il Ponte e non mettere bandierine politiche. Non è il Ponte di Salvini, è il Ponte degli italiani. Farò e continuerò a fare tutto il possibile per avviare il cantiere e portarlo a termine. Serviranno sette anni di lavoro, e si stimano circa 120.000 unità di lavoro create durante il corso dei lavori. In un momento in cui tanti italiani, soprattutto in Calabria e in Sicilia, sono costretti ad andare all'estero per cercare un'occupazione, questo progetto rappresenta una grande opportunità: di speranza, di rilancio e di dignità».

«Non voglio pensare che qualcuno si vendichi contro siciliani e calabresi per una riforma approvata dal Parlamento. Non voglio pensare che sia così», ha poi detto il ministro delle Infrastrutture rispondendo ad una domanda su un possibile collegamento tra la riforma della giustizia e il giudizio della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto.