Insignito appena due anni fa del Premio Alveare, una delle eccellenze della nostra regione sta per iniziare il nuovo anno scolastico in locali temporanei e inadeguati. Intanto il rapporto di Tuttoscuola colloca la Calabria tra le ultime regioni per sicurezza e manutenzione degli edifici scolastici
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È stata premiata per l’eccellenza e l’innovazione nella didattica, ma oggi si ritrova in piena emergenza strutturale. L’Istituto Gravina di Crotone, insignito appena due anni fa del Premio Alveare di Confapi Calabria e nominato socio onorario per l’impegno nel progetto musicale “Misa Criolla” e nell’iniziativa di “Impresa Simulata”, si appresta ad aprire il nuovo anno scolastico in locali temporanei e inadeguati, tra disagi per studenti, docenti e famiglie.
Una contraddizione che fotografa bene la situazione della scuola calabrese: eccellenze educative riconosciute a livello nazionale, ma strutture fatiscenti e pericolose. Secondo il recente rapporto di Tuttoscuola, la Calabria si colloca tra le ultime regioni italiane per sicurezza, manutenzione e accessibilità degli edifici scolastici. Un dato drammatico che mette a nudo la totale assenza di priorità per l’istruzione e per i giovani.
A intervenire sul tema è Francesco Napoli, vicepresidente nazionale di Confapi, con parole dure e senza compromessi: «È vergognoso che una scuola come il Gravina, lodata a livello nazionale per la qualità educativa, venga abbandonata a strutture fatiscenti e prefabbricati. Le istituzioni locali e nazionali si dichiarano preoccupate per i giovani, ma nei fatti li stanno spingendo alla fuga, mentre continuano a parlare di ‘trattenere i talenti’. È inutile riempirsi la bocca di parole se siamo noi, qui, a pagare il biglietto di sola andata per loro. I nostri ragazzi meritano scuole sicure, moderne e funzionali, non balle istituzionali e soluzioni provvisorie».
Napoli denuncia senza mezzi termini la responsabilità politica: «Basta con rattoppi e proclami vuoti! La Calabria, e tutto il Sud, hanno diritto a un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Le imprese sono pronte a intervenire, ma servono risorse immediate, procedure snelle e volontà politica reale. Continuare a ignorare questa emergenza significa condannare intere generazioni a partire e a crescere altrove, mentre qui rimangono solo scuole fatiscenti e territori desertificati».
Nel frattempo, la dirigenza dell’Istituto Gravina conferma che le attività didattiche partiranno regolarmente, ma con forti limitazioni: laboratori chiusi e classi costrette a lezioni in moduli provvisori, in attesa di interventi strutturali veri e non rinvii continui. Il caso Gravina diventa così un simbolo della contraddizione tra eccellenza educativa e abbandono strutturale. La Calabria non può più essere lasciata indietro, e la società civile deve pretendere risposte concrete: I nostri giovani non meritano un biglietto di sola andata. La Calabria non può essere sempre ultima.