All’Università Magna Graecia di Catanzaro il 25 novembre non è stato soltanto una ricorrenza simbolica, ma una giornata di impegno collettivo. Nell’ambito del calendario di iniziative voluto dal Rettore Giovanni Cuda e dalla delegata alle Pari Opportunità, prof.ssa Annarita Trotta, l’Ateneo ha scelto di parlare alla comunità attraverso il linguaggio del teatro, portando in scena La Collina del Calicanto: un progetto di forte impatto civile e emotivo promosso dal Sistema Bibliotecario di Ateneo e dalla sua presidente Tiziana Montalcini. A renderlo unico è stato un elemento raro per il mondo accademico: sul palco non c’erano attori professionisti, ma docenti, impiegati e personale tecnico-amministrativo dell’UMG, uniti da un messaggio comune contro la violenza sulle donne. Una scelta che ha trasformato lo spettacolo in un gesto collettivo di responsabilità.

Il valore della Giornata del 25 novembre

Il Rettore Giovanni Cuda ha sottolineato come «l’università non possa limitarsi a essere un luogo di formazione tecnica, ma debba essere anche presidio culturale e morale del territorio». Parole ribadite dalla delegata Annarita Trotta, che ha rimarcato la necessità di «un impegno quotidiano, condiviso, capace di contrastare stereotipi e violenze partendo proprio dai luoghi della conoscenza». In questo contesto, La Collina del Calicanto ha rappresentato il punto più simbolico della programmazione UMG dedicata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che quest’anno ha incluso attività di ascolto, prevenzione, formazione e sensibilizzazione.

Lo spettacolo che dà voce alle donne spezzate

Scritto da Antonella Scozzafava e Marco Paoli, prodotto dall’associazione Live Art e diretto dalla stessa Scozzafava con l’assistenza di Stefania Leo, lo spettacolo racconta vite interrotte e memorie ferite attraverso un giardino di calicanti, fiori che sbocciano nel cuore dell’inverno. A interpretarli sono stati Antonio Menniti, Francesca Miniaci, Paola Roncada, Teresa Iona, Tiziana Iaquinta e Rossana Caridà, volti noti nei corridoi dell’Ateneo più che sulle scene teatrali. Ed è stata proprio la loro autenticità, priva di artifici, a toccare il pubblico con forza inattesa. Completano il quadro la coreografia intensa di Lucilla De Santis, simbolo del volo libero delle anime a cui l’opera è dedicata, e la regia tecnica curata da Arturo Paone, che ha dato ritmo e profondità a una narrazione costruita su silenzi, luci e parole essenziali.

Un Ateneo che si riconosce comunità

La scelta di far recitare insieme docenti e personale ha abbattuto ruoli e distanze, dando vita a un’esperienza corale in cui la comunità accademica si è mostrata unita sul terreno della violenza di genere. La Collina del Calicanto ha offerto al pubblico un invito alla responsabilità. Un messaggio che ieri, dal palco dell’UMG, è arrivato chiaro e potente: contro la violenza sulle donne non basta ricordare, bisogna agire. Insieme.