Il Grande Albergo Miramare, gioiello architettonico in stile neoclassico con decorazioni Liberty, affacciato sullo Stretto e situato nel centro di Reggio Calabria, chiuso da anni nonostante il recente rifacimento della facciata, resterà un Grande albergo, sempre che ci sia interesse ad acquistarlo e a mettere in atto un investimento milionario per la riqualificazione interna e la riapertura. Il Comune è deciso ad alienarlo e dopo un'asta andata deserta, nonostante il rinvio per la richiesta di approfondimenti, da ottobre a novembre scorsi, indice una seconda asta in programma per oggi al fine di vendere il pregiato immobile. Da quasi 14 milioni di euro, il prezzo base d'asta è sceso a poco più di 11 milioni di euro.

La seconda gara dopo un'asta deserta

Oggi, giovedì 18 dicembre, alle ore 15, presso gli uffici del settore Patrimonio del Comune di Reggio Calabria al Cedir avrà luogo l’asta pubblica per la vendita del maestoso immobile con il metodo delle offerte segrete, il cui termine di presentazione era stato fissato allo scorso martedì 16 dicembre.

Nell'avviso di disciplinare d'asta, sono contemplate la Dichiarazione d’interesse culturale, con decreto di vincolo della direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, e un’autorizzazione all’alienazione con prescrizioni di cui la prime due relative al mantenimento della destinazione d'uso a struttura ricettizio-turistico-alberghiera e all’obbligo di opere di messa in sicurezza e di ripristino idonee a garantire l’attività ricettizio-alberghiera e la finalità conservativa dell’immobile, con particolare attenzione alle cromie e degli apparati decorativi originari.

La mancata riapertura e l’alienazione

Il ritorno agli antichi fasti è stato finora invano auspicato dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria che ha riacquisito la piena titolarità dell’edificio alla fine del 2024 a seguito della revoca dell’affidamento alla Società Gestione e Servizi srl. Tanto l’affidamento nel 2021 quanto la revoca erano stati preceduti da iter complicati. Complesse vicissitudini avevano poi di fatto paralizzato l’operato della società, sottoposta alla fine ad amministrazione giudiziaria. Questo affidamento non seguito di riapertura, aveva avuto luogo a seguito di diversi anni dal ritorno dell'immobile nella disponibilità del Comune, dopo la vertenza incardinata dalla società Gam che per vent'anni ne aveva avuto al gestione.

Il restyling della facciata, eseguito ormai oltre due anni fa usufruendo del bonus 110% è stato l’unico risultato conseguito dalla Sgs srl. L’immobile, però, necessita ancora di una profonda e costosa ristrutturazione interna prima di potere riaprire.

L’amministrazione Comunale aveva per questo tentato la strada di uno studio di mercato. Ma nei mesi scorsi, lo stesso Comune, ha inserito il Grande Albergo Miramare, unitamente all’ex Mercato Girasole, all’ex Scuola Mazzini e al PalaBenvenuti, nel piano di alienazione e valorizzazione immobiliari 2025-2027 dell’Amministrazione.

Questi immobili sono stati individuati quali cespiti immobiliari da mettere in vendita per raggiungere i target previsti dall’Accordo tra Stato e Comune per il ripiano del disavanzo ed il rilancio degli investimenti (c.d. Accordo Draghi) e sottoscritto nel 2022.

Le Istituzioni per l’Assistenza e Beneficenza

Progettato dall’ingegnere Pietro Fiaccadori e costruito in epoca fascista sul finire degli anni Venti, il Grande Albergo Miramare è situato sul centrale corso Giacomo Matteotti, con l’ingresso su via Fata Morgana e l’altro affaccio laterale su via Giudecca e sul tapis roulant. Il fabbricato insiste su un lotto di circa 1.800 mq. e si articola su tre livelli fuori terra oltre un piano seminterrato.

Nel 1927 fu sottoscritto un contratto di locazione con  la Sagam (Società Anonima Grande Albergo Miramare) che lo gestì fino agli anni Cinquanta, destinando la rendita ai Ricoveri.

L’Albergo Miramare, faceva parte, infatti, dell’ampio patrimonio edilizio e fondiario delle Ipab (Istituzioni per l’Assistenza e Beneficenza), formatosi con donazioni e lasciti testamentari di famiglie reggine di fine Ottocento. Fu uno degli edifici costruiti dopo il sisma dall’Ente assistenziale.

Su terreno donato nel 1904 da testamento di un privato, era stato disposto l'impegno a costruire sul nuovo Lungomare, un grande albergo la cui rendita era da destinare per provvedere ai bisogni di pubblica assistenza dei Ricoveri Riuniti di mendicità comunale. Così fu costruito l'albergo Miramare.

Le principali istituzioni assistenziali attive in città prima del grave sisma del 1908, erano il Ricovero comunale di mendicità (1871), l’Ospizio Vitrioli – Nava (1880), l’Asilo di mendicità Laboccetta, (1891). Erano accolte persone indigenti, invalide e nobili decaduti persone già abbienti e “nobili” caduti in povertà.

I Ricoveri Riuniti

Nel 1931 queste Istituzioni furono raggruppate sotto un'unica amministrazione con la denominazione di Ricoveri Riuniti di mendicità comunale.

Oggi, la parte più a nord verso l'Eremo del grande complesso dei Ricoveri, è in uso all’Istituto Ortopedico Franco Faggiana mentre la parte a valle è sede del Ricovero di mendicità oggi definito “Casa di riposo comunale”, che ha ancora il suo stile neoclassico. Oggi è in corso un progetto di riqualificazione e restyling, finalizzato all’housing sociale promosso dal Comune di Reggio.

«Durante i lavori di sbancamento, nel 1925-26 – come desunto dalla Carta Archeologica della città e ricostruito dalla ricerche della professoressa Francesca Martorano - emersero tracce di un edificio di età romana imperiale con pavimenti a mosaico bicromo e policromo, un pozzo, un grande dolio di circa cm 180×140 (giara per conservare derrate alimentari) e, in vari livelli dello scavo, statuette fittili di età ellenistica, vasetti, frammenti architettonici, lucerne di epoche romana e medioevale.

Ne conseguì, da parte dell’Ente di tutela ministeriale, l’apposizione di un vincolo di bene di interesse storico artistico e archeologico. Il mosaico restaurato e la giara erano visibili nella hall, dove crediamo ci siano ancora così come gli altri reperti di minore ingombro consegnati in deposito dalla Soprintendenza archeologica. Nel corso della seconda guerra mondiale l’albergo subì danni per le incursioni aeree e per la requisizione da parte del Governo per ospitare il quartier generale».

La tesi di laurea dell’architetta Margherita Ruffo, a.a. 1988-89, con relatrice la professoressa Marisa Cagliostro, ha contribuito a ricostruire consultando i documenti sulla storia dell’Ente di beneficenza conservati presso l’Archivio dei Ricoveri riuniti che è sotto la vigilanza della Soprintendenza archivistica, e presso l’Archivio di Stato.

«Riparati i danni bellici, su progetto dell’ingegnere Francesco Albanese, l’Albergo venne sopraelevato di un ulteriore piano nel 1955 continuando la sua attività usuale. Ristrutturato dalla Società Gam (Grande Albergo Miramare), che era subentrata nella gestione dal 1985, su progetto dell’ingegnere Domenico Frisina e dell’architetto Giuseppe Romeo Filocamo, l’albergo ebbe un ruolo di primo piano nella vita socio culturale cittadina». 

Lo scioglimento delle Ipab e la convenzione con la società Gam

Con altri immobili e terreni, confluì nel patrimonio comunale nel 1985 a seguito dell’estinzione delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza con delibera del Consiglio Regionale della Calabria. Con atto notarile alla fine dello stesso anno, il commissario straordinario pro tempore delle disciolte Ipab stipulò un contratto di locazione ventennale con la società “Grande Albergo Miramare” (Gam) Srl, vincolandolo alla destinazione alberghiera.

I ritorno al Comune e il mancato utilizzo

Quando nel 2004, decorsi 20 anni, il Comune pose fine al contratto di locazione. Ci fu il primo tentativo di vendita all'asta che anche all'epoca non ebbe seguito ma invece ebbe inizio una vertenza con la Gam che aveva avuto l'albergo in gestione. Il bene tornò nella disponibilità del Comune, di fatto, nel 2007 ma, al di là di qualche manifestazione, rimase inutilizzato e non riaprì più come albergo.