L’avvocato Marcello Manna e l’ex magistrato Marco Petrini sono stati condannati a due anni, due mesi e venti giorni di reclusione per il reato di corruzione per l’esercizio della funzione. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Salerno, così riformando parzialmente la sentenza di primo grado emessa nel maggio dello scorso anno che aveva condannato entrambi a due anni e otto mesi

Il procedimento, giunto al secondo grado di giudizio, è una costola della più nota inchiesta Genesi, che nel gennaio del 2020 ha travolto il distretto giudiziario catanzarese ipotizzando diversi episodi di corruzione in atti giudiziari. La Corte d’Appello ha riqualificato il reato in corruzione per la funzione dichiarando Manna e Petrini «incapaci in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione».

In particolare, la vicenda giudiziaria ruota attorno alla presunta corruzione consumata negli uffici della Corte d’Appello di Catanzaro. Manna (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli) è accusato di aver corrotto l’ex presidente di sezione Petrini per ottenere una sentenza favorevole nel procedimento penale di Francesco Patitucci, suo assistito, condannato in primo grado a 30 di reclusione per il delitto di Luca Bruni. Infine, assolto dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro.

Nel maggio del 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini (difeso dall’avvocato Francesco Calderaro) la somma di 5mila euro in contanti in una busta da lettera quale corrispettivo per la sentenza favorevole. La difesa di Marcello Manna si è tutta concentrata nel dimostrare l’inutilizzabilità dei video e degli audio catturati dagli investigatori nell’ufficio della Corte d’Appello. Tuttavia, già in primo grado il gup del Tribunale di Salerno aveva smontato l’ipotesi della manomissione dei file video dichiarandoli «utilizzabili e genuini». I consulenti hanno infatti concluso che «le mancanze sono dovute ad assenza di segnale e non da manipolazione».

La Corte d’Appello ha operato uno sconto di pena in considerazione della riqualificazione del reato (da corruzione in atti giudiziari in corruzione per la funzione), per il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e per la riduzione prevista per il rito abbreviato. Ha inoltre revocato l’ordine di pagamento di 5mila euro già disposto in primo grado per entrambi gli imputati nei confronti del ministero della Giustizia.