Richiamo precauzionale per i prodotti Ciro Velleca Srl. La Procura dissequestra a livello nazionale e concentra le verifiche sulla conservazione in vendita
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Sono due i tipi di “friarielli” ritirati in via precauzionale per sospetta contaminazione da botulino. Si tratta dei “Friarielli alla napoletana” commercializzati dalla Ciro Velleca Srl, ufficialmente richiamati lo scorso 9 agosto dalla stessa ditta produttrice, in ottemperanza all’obbligo di informare i clienti sulla non conformità riscontrata e di ritirare il prodotto dal mercato.
Ecco quali sono marchi e lotti attenzionati
Due i marchi attenzionati: Vittoria (lotto 280325) e Bel sapore (060325), normalmente venduti anche nella rete della grande distribuzione (market e supermarket). I barattoli, da 1 chilo, riportano come data di scadenza il 6 marzo 2028.
Ma la Procura punta sulla conservazione
Sempre il 9 agosto, però, la Procura di Paola ha annullato il sequestro del prodotto a livello nazionale, ritenendo di dover concentrare le indagini sul venditore locale. Il provvedimento è arrivato dopo l’interrogatorio, durato oltre tre ore, del giovane titolare del food truck Da Peppino, ora sotto sequestro. L’uomo è indagato a piede libero per delitti colposi contro la salute pubblica e per lesioni colpose, in relazione alla somministrazione di alimenti nocivi.
Secondo le indagini sulle due morti sospette — quella di Luigi Di Sarno, 53 anni, di Napoli, e di Tamara D’Acunto, 45 anni, di Diamante — il food truck, rimasto esposto tutto il giorno al sole, potrebbe essere la chiave per capire cosa sia accaduto. L’eccessivo calore potrebbe, secondo le ipotesi investigative, aver favorito la proliferazione della tossina botulinica.
Il caldo può produrre la tossina?
Non a caso si parla di proliferazione, non di produzione. Il botulino è causato dal Clostridium botulinum, batterio anaerobico (che germina in mancanza d’aria) che può sopravvivere a lungo come spora e, in assenza di ossigeno, produrre una tossina letale (la più mortale conosciuta).
Non è il calore a produrre la tossina, ma l’ipotetica apertura delle conserve sott’olio - travasate in altri contenitori o vaschette, oppure rabboccate in modo non corretto – sì.
L’alternativa è la contaminazione in fase di produzione, in questo caso è anche possibile che le spore fossero già presenti e avessero trovato in seguito condizioni favorevoli per trasformarsi in tossina. La conferma arriverà solo dalle analisi microbiologiche sui barattoli dello stesso lotto.