«Non mollate, non lasciate la gestione della Calabria nelle mani degli ‘ndranghetisti». Alza il tono della voce il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, quando si rivolge agli studenti nella sala Scrigno di Vetro all’interno del palazzo Valentinum. Cessa anche quel minimo di brusio che i ragazzi non riescono a trattenere. La coda dell’intervista al magistrato di Gerace, nell’ambito del Valentia in festa, è la più intima e sentita.


Gratteri si rivolge alle autorità sedute in prima fila, ai rappresentanti dello Stato, sia in divisa che in borghese: «Voi magistrati, forze dell’ordine dovete ascoltare tutti. Noi uomini delle istituzioni dobbiamo essere più generosi, dobbiamo dare il cuore».
Ricevere, ascoltare. Tutti, indistintamente. Anche, come è accaduto al procuratore quando guidava gli uffici giudiziari di Catanzaro, la vedova del monte Poro vessata dal mafiosetto di turno, una donna anziana che il maresciallo dei carabinieri non aveva ricevuto. Ma Gratteri, che ha sempre fatto del dialogo con la gente un punto cardine del proprio lavoro, sì. La storia si è conclusa con l’arresto del mafiosetto e il rifiorire della vita di una anziana vedova. «Questi interventi – dice Gratteri – sono tanto importanti quanto una maxi operazione».

Così a Napoli il magistrato prosegue nel suo lavoro di ascolto: «L’altro giorno ho ricevuto una famiglia distinta di Napoli. Erano disperati perché non sapevano più cosa fare con il proprio figlio tossicodipendente. Ho convocato il ragazzo nel mio ufficio, abbiamo parlato. L’ho messo in contatto con l’operatore di una comunità terapeutica. Hanno parlato e l’operatore è stato bravo: ha convinto il ragazzo a raggiungerli e a curarsi». Piccoli gesti di generosità del proprio tempo. Anche di questo è fatto il lavoro degli uomini delle istituzioni.

Al Festival del Sud di Vibo Valentia – Valentia in Festa – Gratteri ha presentato il libro “Una cosa sola”.
Si è parlato di riciclaggio, di come le mafie accumulino milioni di euro attraverso il traffico di droga, le estorsioni, il gaming e altre attività illecite e cerchino, poi, il modo di giustificare il possesso di questo denaro per poterlo spendere e investire. Le false fatturazioni, investimenti monstre (generalmente in supermercati e centri commerciali) e ingiustificati dalle leggi del mercato, sono alcune delle strategie che utilizza la mafia per riciclare. «Nessun pregiudizio – dice Gratteri – ma spesso le banche più piccole sono quelle che si prestano di più al riciclaggio»

Si è parlato di darkweb, il nuovo, sconfinato supermercato che vive nelle profondità dell’interweb e dove si può trovare di tutto: cartelle cliniche da poter utilizzare per scopi illeciti, organi umani (sì, anche questo: la scomparsa di persone innocenti per il traffico di organi umani spesso approda nel darkweb), cocaina e persino schiavi.
Investire in tecnologia è oggi fondamentale per poter contrastare le organizzazioni criminali. «Oggi si comprano ingenti quantità di cocaina senza muoversi da casa – dice Gratteri – e il ministro Nordio dice che dovremmo tornare ai pedinamenti?».
Si è parlato di bitcoin: «Da quattro/cinque anni la ‘ndrangheta estrae bitcoin. Soprattutto nel crotonese e vibonese». La moneta virtuale è ormai la moneta del darkweb ma non solo. Anche i cartelli sudamericani si fanno pagare in bitcoin.

Il procuratore di Napoli si è rivolto ai ragazzi con un messaggio che è ormai il suo mantra: studiate per non farvi fregare. La medicina per prevenire un futuro manipolato da altri è il sapere. E poi: «Impegnatevi nel sociale, abituatevi a diventare generosi, ad andare dove si soffre. Agli insegnanti e ai dirigenti scolastici dico – è il messaggio del magistrato – non importa se per un anno non organizzate la giornata della legalità. Portate i ragazzi in un centro di recupero per tossicodipendenti, fateli parlare con chi ha sofferto. Questo è importante».