Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, torna a criticare il commissario tecnico della Nazionale italiana, Gennaro Gattuso, poche ore dopo la vittoria degli Azzurri contro la Moldavia. Al termine della gara a Chisinau, l’allenatore di Schiavonea aveva puntato il dito contro la contestazione di circa 500 tifosi italiani presenti, suscitando la risposta della seconda carica dello Stato.

«Non se la può prendere con chi fischia – ha dichiarato a Repubblica La Russa –. Non si può dire “vergogna” a uno spettatore che fischia. La gente ha diritto di protestare. Non voglio fare polemica: Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale, ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo, finché non diventano violenti».

Non è la prima volta che La Russa attacca l’attuale commissario tecnico. Poche ore dopo l’esonero di Spalletti, il presidente del Senato aveva messo in discussione la nomina di Gattuso: «Abbiamo scelto Gattuso e quindi viva Gattuso, mi auguro vada bene – aveva detto –. Quando però Gravina dice che Gattuso è un simbolo del nostro calcio io dico che non è proprio esatto. Semmai lo è Buffon, che forse è dietro a questa decisione. Allora tanto valeva fare Buffon selezionatore, non c’è bisogno di essere allenatori per selezionare una Nazionale. I simboli del nostro calcio sono altri, molti non sono allenatori, come Totti e Del Piero, poi ci sono Cannavaro, Nesta, Pippo Inzaghi… Non è giusto considerare Gattuso il simbolo del nostro calcio. Il nostro calcio non è un calcio da Ringhio, ma è il calcio dei Rivera, Baggio, Del Piero, Zenga. Ecco, perché non Zenga?»

Alla conferenza stampa di presentazione della Nazionale, Gattuso aveva replicato con prudenza: «Non voglio fare polemica con La Russa, spero solo di fargli cambiare idea e di riuscire a raggiungere l’obiettivo comune di tutti: riportare l’Italia al Mondiale».