Le forze dell’ordine – con la sinergia dei Carabinieri del Reparto Operativo di Cosenza, coordinati dal tenente colonnello Umberto Centobuchi, del Nucleo Investigativo di Cosenza, della Squadra Mobile di Cosenza, del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, del Servizio ICO e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza –  hanno catturato oggi Alessio Ricco, 38 anni, originario di Cetraro, latitante da circa un anno e mezzo. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, in passato era stato coinvolto in un’operazione antimafia, denominata “Overloading”, diretta dalla Dda di Catanzaro nell’ambito di indagini sul narcotraffico a Cetraro e dintorni.

Ricco, secondo quanto si apprende, si era reso irreperibile nel momento in cui i Carabinieri dovevano notificargli un residuo pena di un anno e tre mesi per un cumulo di reati che avrebbe dovuto passare agli arresti domiciliari. Il blitz è stato eseguito questa mattina.

L’intervento operativo realizzato costituisce l’esito di mirate attività investigative, delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Catanzaro, al Servizio Centrale Ico e al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Cosenza, attraverso le quali è stato possibile individuare il ricercato - pluripregiudicato con numerosi precedenti di polizia per traffico di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina e inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, nonché tratto in arresto, nell’anno 2010, per associazione per delinquere armata, di tipo mafioso, dedita al narcotraffico - durante un incontro organizzato con alcuni familiari e di assicurarlo alla giustizia. Le forze di polizia è noto che da anni conducono inchieste contro i clan di ’ndrangheta della provincia di Cosenza, attivi e pericolosi sul territorio con interessi illeciti in diversi settori.

Gli altri latitanti di Cetraro

Nell’ultima operazione contro i gruppi criminali di Cetraro, erano invece riusciti a sottrarsi alla cattura Giuseppe Scornaienchi (di cui Ricco è cognato), ritenuto al vertice di un presunto sodalizio mafioso legato alla cosca Muto, e Giuseppe Ferraro.