Il plesso di Murano dell’Istituto comprensivo Vivaldi è stato chiuso per motivi igienico-sanitari ma non sono state trovate soluzioni alternative per garantire la continuità didattica. Lamentele anche per il servizio mensa
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«Con la presente, noi genitori degli alunni frequentanti il plesso di Murano dell’Istituto Comprensivo Vivaldi di Catanzaro, intendiamo esprimere il nostro profondo disappunto e la più viva indignazione per la gestione della grave situazione che ha coinvolto il suddetto plesso nelle ultime settimane». Inizia così la lettera aperta che i genitori degli alunni del plesso Murano di Catanzaro hanno indirizzato al dirigente scolastico, Maria Antonietta Crea, e al sindaco della città, Nicola Fiorita dopo l’allarme topi nell’istituto.
I fatti
«Da mercoledì 15 ottobre, i bambini sono stati costretti a restare a casa a causa della presenza di ratti all’interno dell’edificio scolastico, con conseguente chiusura della scuola per motivi igienico-sanitari. Dopo diversi giorni di sospensione delle lezioni, la scuola ha riaperto soltanto lunedì 20 ottobre, ma già martedì 21 si è resa necessaria una nuova chiusura, poiché è apparso evidente che non erano state adeguatamente eseguite le operazioni di sanificazione e derattizzazione. A tale situazione si aggiunge la mancanza totale di soluzioni alternative: durante i giorni di chiusura non è stata predisposta alcuna forma di didattica a distanza (DAD), né è stata valutata la possibilità di spostare temporaneamente le classi in altri edifici comunali o strutture disponibili, come sarebbe stato doveroso per garantire la continuità didattica. Questa assenza di misure organizzative ha comportato una vera e propria interruzione del servizio scolastico – denunciano i genitori -, con gravi ripercussioni sull’apprendimento e sul benessere dei bambini, nonché sulle famiglie, costrette a riorganizzarsi senza alcun preavviso».
«Non meno grave è la gestione del servizio di refezione scolastica (gestito da Scamar Srl) che rappresenta un ulteriore e costante disservizio. Il servizio, che avrebbe dovuto essere operativo sin dall’inizio dell’anno scolastico (16 settembre), è stato attivato soltanto lunedì 20 ottobre, compromettendo per oltre un mese il regolare funzionamento del tempo pieno. Inoltre, anche dopo l’avvio, il servizio mensa continua a presentare (come già accadeva l’anno scorso) ritardi nella consegna dei pasti, spesso freddi. Questi fatti evidenziano una grave carenza di coordinamento e di responsabilità tra la scuola e l’amministrazione comunale. La somma di tali disservizi rappresenta a tutti gli effetti una negazione del diritto allo studio e una violazione dei principi di equità e tutela dell’infanzia sanciti dalla Costituzione».
Le richieste dei genitori
In conclusione, le richieste dei genitori sono:
1. chiarimenti ufficiali e trasparenti sulle procedure di derattizzazione e sanificazione realmente effettuate;
2. l’indicazione di chiari responsabili amministrativi delle decisioni e delle omissioni avvenute;
3. la presentazione di un piano concreto per garantire la continuità didattica in caso di nuove emergenze;
4. un miglioramento immediato del servizio mensa, con il rispetto degli orari e degli standard qualitativi previsti;
5. la valutazione di misure compensative per il tempo scuola perduto.
Diritti negati
«Riteniamo inaccettabile che nel 2025 una scuola pubblica debba chiudere per la presenza di roditori e per la mancata organizzazione dei servizi essenziali. I nostri figli hanno diritto a un ambiente scolastico sicuro, pulito e dignitoso, e a un’amministrazione capace di garantire il loro diritto fondamentale all’istruzione. Pretendiamo, e riteniamo nostro pieno diritto, ricevere risposte concrete, tempestive e trasparenti da parte della Dirigenza scolastica e dell’Amministrazione comunale della città di Catanzaro, affinché vengano chiarite le responsabilità di quanto accaduto e adottate misure immediate e durature per ristabilire condizioni dignitose e sicure di frequenza scolastica per i nostri figli. Certi che comprenderete la gravità della situazione e la legittimità delle nostre richieste, restiamo in attesa di un pronto riscontro».

