I fari della Procura di Catania su Baby Gang e sul presunto collegamento telefonico con Niko Pandetta, nipote del boss mafioso Turi Cappello. Intanto nella sua cella è stato effettivamente ritrovato un cellulare
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Baby gang
La Procura di Catania ha avviato accertamenti sull'esibizione, il 1 maggio al concerto dell'One day music festival, del rapper Baby Gang che prima di esibirsi con 'Italiano' avrebbe fatto sul palco una videochiamata con il coautore della canzone, Niko Pandetta, nipote del boss mafioso Turi Cappello, detenuto da ottobre del 2022 in un carcere della Calabria per spaccio di sostanze stupefacenti.
La videochiamata
«È mio fratello, un c... di casino per Niko Pandetta», ha incitato il pubblico dal palco Baby Gang mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social.
Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata. Per chiarire cosa è realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura.
Il telefono in carcere
Un telefonino è stato trovato da agenti della polizia penitenziaria nella cella del carcere di Castrovillari (Cosenza) dove è detenuto Niko Pandetta. La perquisizione è stata eseguita dopo che la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta sull'esibizione di Baby Gang che prima di cantare con 'Italiano' avrebbe fatto sul palco una videochiamata con il coautore della canzone. Quest'ultimo, apprende l'ansa, è adesso indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.