Alle 18 di oggi pomeriggio, il food truck al centro del caso botulino, è stato rimosso dal lungomare di Diamante. A vigilare sulle operazioni di trasferimento c'erano i carabinieri della locale stazione. Il provvedimento è stato autorizzato nella giornata di mercoledì 13 agosto dalla Pm Maria Porcelli, titolare dell'inchiesta coordinata dalla procura di Paola. Il furgone è stato trasferito in tutta sicurezza in un deposito giudiziario e resta a disposizione delle autorità per eventuali ulteriori verifiche.

I motivi del ritardo

Il trasferimento era stato previsto in prima istanza per il giorno successivo, giovedì 14 agosto, ma è stato posticipato a oggi pomeriggio per garantire la corretta conservazione degli alimenti ancora contenuti nel furgone e regolarmente refrigerati, che costituiscono un elemento importante per le indagini in corso. Altri controlli erano stati effettuati proprio nella giornata di mercoledì 13 agosto da parte dei militari del Nas, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, alla presenza dei funzionari dell'Asp di Cosenza e delle forze dell'ordine.

Stop allo scempio

A fare richiesta del trasferimento, con un urgenza, era stato l'avvocato Francesco Liserre, difensore del titolare dell'attività ambulante, una delle nove persone finite sotto inchiesta, a vario titolo, per i reati di omicidio colposo, lesioni personali colpose e somministrazione di alimenti nocivi. Il legale aveva denunciato una sorta di macabro pellegrinaggio. Dopo che il furgone rosso è stato posto sotto sequestro, infatti, centinaia di persone si sono recate in Viale Glauco per scattare selfie e postarli sui social, noncuranti del dolore delle persone coinvolte nella vicenda, dei pazienti ricoverati e delle due persone morte, Luigi Di Sarno e Tamara D'Acunto, probabilmente proprio a casa dell'intossicazione da botulino.

Dopo una dettagliata relazione fornita dall'Asp di Cosenza, la dottoressa Porcelli ha subito autorizzato il trasferimento, chiedendo però garanzie sulla conservazione degli alimenti. Oggi, le operazioni che hanno messo fine al turismo dell'orrore.