Dopo segnalazioni e polemiche, il sito annuncia la chiusura. L’attrice aveva detto: «Un luogo di violenza di genere digitale»
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Phica.eu chiude
Il forum Phica.eu, da anni sotto accusa per la diffusione di contenuti non consensuali e per commenti sessisti e violenti, ha annunciato la chiusura definitiva con un comunicato pubblicato sulla propria homepage.
Il comunicato dello staff
«Phica è nata come piattaforma di discussione e di condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro. Purtroppo, come accade in ogni social network, ci sono sempre persone che usano in modo scorretto le piattaforme, danneggiandone lo spirito e il senso originario. È successo con Facebook, con i gruppi su Telegram, ed è successo anche qui.
Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a bloccare in tempo tutti quei comportamenti tossici che hanno spinto Phica a diventare, agli occhi di molti, un posto dal quale distanziarsi piuttosto che sentirsi orgogliosi di far parte. Per questo, con grande dispiacere, abbiamo deciso di chiudere e cancellare definitivamente tutto ciò che è stato fatto di sbagliato», si legge nel comunicato.
Le precisazioni di Phica.eu
«Per evitare equivoci o false voci, ci teniamo a ribadire che: violenza di qualsiasi tipo sempre vietata, bloccata e denunciata; minorenni o contenuti pedopornografici mai tollerati, sempre bloccati e denunciati; offese verso le donne, linguaggi da branco e atteggiamenti denigratori: vietati, bloccati e denunciati.
In oltre 20 anni abbiamo sempre collaborato con le forze dell’ordine italiane e internazionali, contribuendo attivamente anche a casi importanti (come quello seguito dal giudice Cantone), fornendo ogni volta dati e supporto per assicurare alla giustizia chi commetteva crimini. Phica è stata una comunità, con luci e ombre, ma soprattutto con la volontà di creare uno spazio diverso. Vi ringraziamo per averne fatto parte».
Lo staff ha parlato di un sito nato come «piattaforma di discussione e condivisione personale” che, col tempo, sarebbe stato “danneggiato da comportamenti tossici».
Il forum era nato nel 2005 e con oltre 700mila iscritti e 600mila visualizzazioni giornaliere.
La denuncia di Dalia Aly da Cosenza
Il caso aveva assunto un’eco nazionale anche grazie alla denuncia di Dalia Aly, attrice e attivista cosentina, che in un post su Instagram ha raccontato di aver scoperto materiale riferito a sé e a «moltissime ragazze della mia città» sul sito.
«Phica.net è un luogo in cui padri condividono senza consenso foto e video delle figlie, gli zii delle nipoti, i mariti delle mogli. Uno spazio in cui qualsiasi informazione su donne, adolescenti e perfino bambine viene messa alla mercé di chiunque», denunciava Aly.
Per l’attivista, già nota per aver sollevato il caso del presunto scandalo sessuale al liceo Valentini-Maiorana di Castrolibero, la risposta deve essere collettiva: «La denuncia della singola serve a poco. Serve una reazione di massa, segnalando il sito alla polizia postale. È un’azione semplice e gratuita. Lo dobbiamo a noi stesse».
Le indagini della polizia postale
Dopo l’esplosione del cosiddetto “#MeToo digitale”, partito dalla scoperta del parallelo gruppo Facebook Mia Moglie, anche Phica.eu è finito nel mirino delle autorità. La polizia postale ha già avviato accertamenti per risalire ai gestori del forum e identificare chi ha diffuso immagini senza consenso o postato commenti sessisti e violenti.