Diario di guerra

Claudio Bisio guida la resistenza contro l’invasore: in Ucraina è successo davvero

Volodymyr Zelensky, attore comico molto popolare nel suo Paese, è diventato presidente per caso, sfruttando il successo di una serie tv dove interpretava il capo dello Stato. Un film italiano del 2013 racconta la stessa storia

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di Enrico De Girolamo
7 marzo 2022
23:24
Bisio e Zelensky
Bisio e Zelensky

Immaginate l’Italia di oggi in guerra contro un invasore spietato e 100 volte più forte. Ha aerei, artiglieria pesante, navi, millemila soldati e bombe nucleari. Stringe d’assedio Roma, Milano, Napoli, terrorizza il mondo e gonfia il petto. Ma l’Italia resiste, non si sa fino a quando e come, ma resiste, grazie al coraggio del suo Presidente: Claudio Bisio. Il comico. Quello di Zelig. Quello che duettava con Vanessa Incontrada.

Lo stesso Bisio che nel 2013 ha interpretato un film intitolato Benvenuto presidente!, che racconta di un certo Giuseppe Garibaldi, detto Peppino, che vive in un paesino di montagna del nord Italia e lavora da precario in una biblioteca. Poi, un giorno, per una serie di coincidenze, viene eletto a sorpresa presidente della Repubblica Italiana. Il suo nome, che coincide con quello dell’Eroe dei due mondi, viene infatti usato dai politici, che non hanno ancora trovato un accordo, per traccheggiare durante le votazioni per il Capo dello Stato. Ma Giuseppe Garibaldi è lui, è incensurato e ha più di 50 anni di età, dunque, clamorosamente e senza che nessuno sappia chi sia, viene eletto al Quirinale.


Fa ridere. Eppure è proprio ciò che è successo in Ucraina, dove un comico, un attore, è diventato presidente per caso, quasi per una impossibile scommessa, poi clamorosamente vinta nelle urne.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, di origine ebraica e di madrelingua russa, “era” un comico e un produttore cinematografico. Nel suo curriculum ci sono diversi cartoni animati e serie tv. Tra queste anche una di grande successo intitolata Servitore del Popolo, in cui lo stesso Zelensky interpreta un professore di liceo che diventa, improvvisamente, presidente del suo Paese.

“Ma allora perché non provarci davvero?” hanno pensato alcuni suoi collaboratori, che nel 2018 hanno fondato un partito politico chiamato come la serie tv ucraina.
“Ok, proviamoci”, ha risposto Zelensky, che ostentava un approccio populista e anti-sistema (un comico nemico della casta: ricorda qualcuno, vero?). E nel dicembre dello stesso anno si è candidato. Il 21 aprile 2019 era presidente con oltre il 70 per cento di consensi.

Le parole pronunciate oggi da Zelensky, però, non hanno nulla di comico: «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra. Troveremo ogni bastardo che ha sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba».
La guerra cambia tutto, a cominciare da chi la combatte e la subisce.

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