La Camera penale di Cosenza denuncia il diniego della stampa all’accesso alla Casa circondariale di Cosenza “Sergio Cosmai”, previsto per il prossimo 22 agosto. In un comunicato ufficiale, il Consiglio direttivo della Camera penale di Cosenza ha scritto: «Signori Presidente del Consiglio di Ministri, Ministro della Giustizia e Capo del DAP, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha negato alla stampa la possibilità di partecipare alla visita nella Casa circondariale di Cosenza, chiesta e organizzata dalla Camera penale di Cosenza, il prossimo 22 agosto, ai sensi dell’articolo 117 del dpr. 230/2000, per constatare le condizioni di vita dei detenuti. La motivazione è - tanto incredibile, quanto - inaccettabile in uno Stato veramente di diritto: “come da prassi, ai giornalisti professionisti non è consentito accedere unitamente agli autorizzati alla visita, bensì attenderli al termine, al di fuori dei locali detentivi”».

Il comunicato prosegue sottolineando la contraddizione tra la normativa vigente e la prassi amministrativa: «In disparte la illegittima prevalenza di un’asserita prassi rispetto alla legge ordinaria (il citato articolo 117 non pone, né mai avrebbe potuto porre, divieti per la stampa), è inaccettabile che la Istituzione penitenziaria escluda la stampa libera, il “cane da guardia della democrazia”, dalle visite carcerarie nel tempo in cui l’opinione pubblica assiste alla continua mattanza dei suicidi in strutture penitenziarie nelle quali sono ammassati oltre 62mila esseri umani in “celle” che ne potrebbero “ospitare”, al massimo, 47mila, dunque in uno stato di detenzione inumano e degradante. L’articolo 21 della Costituzione tutela la stampa da ogni forma di censura e così differenzia la nostra democrazia dai regimi autoritari».

La Camera penale di Cosenza ha quindi rivolto un appello ufficiale: «Vi chiediamo, perciò, di autorizzare, il prossimo 22 agosto, l’accesso alla Casa circondariale di Cosenza dei giornalisti Emilia Canonaco (giornalista del network LaC, ndr), Fabio Benincasa, Pasquale Motta e Gianluca Pasqua perché, con noi, la Stampa possa verificare le condizioni dei detenuti»

Dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, invece, arriva la nota di diniego: «In relazione all’ingresso dei giornalisti, Emilia Canonaco, Pasquale Motta, Gianluca Pasqua e Fabio Benincasa non potranno accompagnare in visita la delegazione della Camera penale, atteso che, come da prassi, ai giornalisti professionisti non è consentito accedere unitamente agli autorizzati alla visita, bensì attenderli al termine, al di fuori dei locali detentivi».

Il comunicato chiarisce inoltre che, a causa dell’elevato numero di partecipanti, «nella parte del programma che prevede la visita delle zone detentive, per far sì che avvenga in sicurezza e in conformità alla normativa vigente, la S.V. adotterà le modalità e le misure ritenute più idonee valutando anche l’opportunità di separare la delegazione in più gruppi e/o anche in giorni diversi».

L’episodio riapre il dibattito sulla trasparenza delle strutture penitenziarie, la tutela dei diritti dei detenuti e il ruolo della stampa come organo di controllo della democrazia, al fine di difendere un diritto garantito dalla Costituzione, che oggi viene negato, soprattutto in un momento dove si parla tanto di sovraffollamento e suicidi.