La manifestazione

Crotone, nuovo sit-in per chiedere la riapertura del castello Carlo V: «Protesteremo ogni settimana»

VIDEO | La fortezza è inaccessibile dal 2018, in attesa della bonifica di alcune aree in cui è stato rinvenuto materiale inquinante. I manifestanti chiedono che si apra al pubblico la parte non contaminata

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di Francesca Caiazzo
22 gennaio 2022
21:00

Il portone del castello Carlo V a Crotone è chiuso dall’aprile 2018. Il rinvenimento di materiale inquinante (tenorm) in alcune aree portò l’allora sindaco, Ugo Pugliese, a emettere un’ordinanza di chiusura, in attesa della bonifica. Ad oggi, la fortezza resta inaccessibile e questa mattina associazioni e semplici cittadini, che da tempo tengono alta l’attenzione sulla vicenda, hanno organizzato un nuovo sit-in per chiederne la riapertura.

Le richieste dei manifestanti

«Ci rivolgiamo alla Regione, chiediamo alla Prefettura di fare il suo lavoro e chiediamo al Comune di consentire, con propria ordinanza, l’accesso alla biblioteca e al museo civico» ci spiega Filippo Sestito. I manifestanti, infatti, da sempre chiedono anche solo una riapertura parziale del Castello: «Una parte va bonificata e si chiude, ma il resto è fruibile, perché no?» aggiunge Linda Monte, riconoscendo nel ministero le principali responsabilità dell’impasse.


Negli ultimi mesi, si sono susseguite manifestazioni, incontri istituzionali - «Solo chiacchiere e carte» commenta Monte - e un gruppo di cittadini ha persino presentato un esposto in Procura. Ma non è servito a molto. «Noi non abbiamo bisogno di burocrati che governano enti ed istituzioni, ma di persone capaci e competenti che risolvano i problemi» prosegue Sestito.

Amarezza e delusione

Tra chi ha preso parte alla manifestazione, c’è anche molta amarezza e delusione. «È uno spettacolo non degno di una città che punta alla valorizzazione dei suoi beni storici, artistici e architettonici, vedere spesso dei turisti tornare indietro perché quel portone è chiuso» ci dice Luigi Palmieri.

Ma la chiusura del Castello Carlo V per i crotonesi rappresenta anche una ferita personale: «Dietro a quel portone c’è la nostra infanzia, la nostra vita. È il nostro luogo del cuore. - si sfoga Pino Sestito - A Crotone, si chiude solo. È una città ricca di personaggi che fanno proclami ma nei fatti non constatiamo che un fetore di morte».

Il presidio, hanno annunciato i manifestanti, sarà replicato ogni settimana fino a quando non arriveranno azioni concrete.

Giornalista
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