La struttura non aveva potuto completare l’iter per l’accreditamento a causa del parere negativo dell’Azienda sanitaria, che è stato ora annullato dai giudici amministrativi i quali hanno sottolineato la carenza atavica di posti rene in città
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Il Tribunale amministrativo regionale dà ragione ai dializzati reggini. Il Tar di Reggio Calabria ha infatti accolto il ricorso del Centro Dialisi San Giorgio, annullando il parere negativo rilasciato dall’Asp nel novembre 2024 e ordinando alla stessa Azienda sanitaria provinciale di riesaminare la questione entro 30 giorni. A darne notizia è l’associazione Fintred, che rappresenta i diritti dei pazienti dializzati. Il parere dell’Asp, spiegano dal sodalizio, era necessario al Centro per completare la procedura finalizzata a chiedere l’accreditamento e consentire così ai tantissimi pazienti dializzati di Reggio Calabria di poter continuare ad usufruire delle terapie salvavita nel proprio comune di residenza.
La sentenza, nel confermare che «nell’ambito territoriale del comune di Reggio Calabria esiste una atavica carenza di posti rene», ha sottolineato il «deficit istruttorio e motivazionale del parere negativo dell’Asp».
I giudici amministrativi hanno inoltre fissato i seguenti punti, riferiscono ancora da Fintred:
- «98 posti rene per tutta l’Asp di Reggio Calabria sono pochi e in forte squilibrio rispetto ai posti rene dell’area di Cosenza e dell’area di Catanzaro.
- Il modello organizzativo ritenuto più idoneo in quanto funzionale a garantire un’agevole interazione tra ospedale e territorio, è stato identificato nel Dipartimento Interaziendale di tipo funzionale.
- La Rete nefrologica dialitica calabrese ha come obiettivo la deospedalizzazione del paziente con patologia renale cronica e la sua presa in carico sul territorio in strutture ambulatoriali il più vicino possibile alla residenza, con ciò significando che il nefropatico acuto va curato nell’hub che nella fattispecie di Reggio Calabria coincide con il grande ospedale metropolitano. Superata l’acuzie va trasferito sul territorio in luoghi vicino alla propria residenza, nel rispetto della garanzia delle cure di prossimità tanto affermate dal presidente Occhiuto.
- La carenza dei posti rene persiste nell’Asp di Reggio Calabria fin dall’anno 2018 in cui la stessa Asp quantificava, con atto deliberativo, in 29 il numero dei posti reni necessari a soddisfare il bisogno del territorio comunale affinché potesse dirsi garantita l’erogazione dei Lea in favore dei pazienti nefropatici cronici extra-ospedalieri».
«La sentenza – riferisce ancora l’associazione – apre nuovi orizzonti per i dializzati, in particolare dell’ambito territoriale del comune di Reggio Calabria, fino ad oggi costretti a faticose trasferte in centri allocati in comuni nemmeno limitrofi a quello di Reggio Calabria, distanti addirittura oltre 30 chilometri, contraddicendo così la garanzia delle cure di prossimità ed obbligando i pazienti a faticosi e pericolosi continui viaggi. Adesso Fintred chiede con determinazione all’Asp di Reggio Calabria di riparare all’errore commesso ottemperando in tempi brevi a dare seguito alla sentenza».