Operazione trasparenza

Il vescovo di Mileto chiede l’elenco degli iscritti alle Confraternite: «No a compromissioni con ’ndrangheta e massoneria»

Monsignor Nostro ha messo in atto un’operazione trasparenza inviando a priori e commissari un proprio decreto a seguito delle diverse inchieste antimafia nel territorio vibonese

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di Gp. C.
15 dicembre 2023
10:42
Il vescovo Attilio Nostro
Il vescovo Attilio Nostro

Per un recupero delle origini delle Confraternite della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea (Vibo Valentia), il vescovo Attilio Nostro - per come riportato da Avvenire - ha messo in atto un’operazione trasparenza inviando a priori e commissari delle stesse un proprio decreto a seguito delle diverse inchieste della magistratura, articoli, servizi televisivi, e molte polemiche sulla presenza di esponenti di famiglie e clan della ’ndrangheta e massonerie. Il vescovo ha chiesto di «far pervenire alla Curia diocesana, entro e non oltre trenta giorni dalla ricezione del presente precetto singolare, l’elenco completo degli iscritti, elenco che deve comprendere nome e cognome del confratello/consorella, luogo e data di nascita, residenza».

Nel territorio esistono oltre 200 Confraternite con migliaia di iscritti. «Questo provvedimento – spiega il vescovo – mi permetterà di fare una verifica e un controllo di queste importanti realtà. Con l’evidente rispetto della privacy di tutti. Non ha un intento punitivo ma collaborativo, infatti ricordo che questo decreto non esime i priori delle Confraternite dal loro dovere di vigilanza ma lo integra».


«Sono certo – scrive nel decreto – che tutte le Confraternite, comprendendo benissimo questo spirito di comunione ecclesiale e di collaborazione condivisa con l’Autorità diocesana, sapranno adempiere scrupolosamente e nei tempi stabiliti a quanto intimato».

L’iniziativa di Nostro si inserisce nelle regole contenute nelle linee guida “No ad ogni forma di mafie!”, approvate nel 2021 dalla Conferenza episcopale calabra: «Le Confraternite siano affrancate da ogni sudditanza a forze e pressioni che nulla hanno di religioso e di sacro».

«C’è una sinergia tra forze dell’ordine, prefettura e vescovo per evitare che simboli religiosi e dei fedeli diventino simboli mafiosi – ci tiene a sottolineare il questore –. Per questo sosteniamo l’iniziativa del vescovo. Noi comunque da due anni blocchiamo ogni tentativo e ci stiamo riuscendo. Gli stiamo addosso».

«Le stesse Confraternite, tanta gente, mi stanno chiedendo aiuto per abbandonare un vecchio modo di operare, per voltare pagina, disinquinare. Un’opera di liberazione. La mia iniziativa è a favore degli onesti, per una crescente collaborazione tra il vescovo e le Confraternite. Sono loro ad avermi chiesto di essere vicino, per aiutare». Poi la proposta: «Dobbiamo tornare all’origine delle Confraternite. Sarebbe bello che in un territorio dove la sanità è in difficoltà, le Confraternite tornassero a essere una forza propulsiva a favore degli ultimi, dei poveri, dei più fragili, dei non tutelati».

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