Droga e telefonini nel carcere di Catanzaro, l’ex direttrice e l’ex comandante della struttura davanti al Tribunale della Libertà
I legali hanno prodotto documenti atti a dimostrare che Angela Paravati e Simona Poli avevano denunciato diverse persone, oggi indagate insieme a loro. Discussa anche la posizione dell’avvocato Pietro Martire
Avrebbero permesso ai detenuti di introdurre nel carcere di Catanzaro cellulari, sim card e droga. Angela Paravati, 59 anni, ex direttore della struttura penitenziaria e Simona Poli, 46 anni, comandante della polizia penitenziaria di Catanzaro, sono state tratte in arresto lo scorso 15 febbraio nel corso dell’operazione “Open Gates” condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e dal Nucleo Investigativo centrale della polizia penitenziaria.
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Open Gates, le accuse
Angela Paravati è accusata di concorso esterno in associazione per delinquere, falso, evasione, falsità ideologica, corruzione. Secondo l’accusa, Paravati, pur avendo da tempo piena consapevolezza del sistema che si era creato in carcere, avrebbe tenuto condotte «omissive e commissive» è scritto nell'ordinanza di misure cautelari, che avrebbero agevolato questo stato di cose. Dello stesso reato è accusata Simona Poli, comandante del reparto di polizia penitenziaria del carcere dal 2018 al 2022, anche lei finita in prigione, la quale avrebbe seguito la linea voluta dalla direttrice per garantirsi una più agevole governabilità della struttura.
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L'udienza davanti al Tribunale della libertà
Oggi è stata discussa l’udienza davanti al Tribunale della libertà di Catanzaro. Gli avvocati di Angela Paravati, Salvatore Staiano e Francesco Iacopino, e di Simona Poli, Francesco Iacopino, hanno affermato, producendo la relativa documentazione, che sia l’ex direttrice che il comandante avevano denunciato gli illeciti comportamenti di diverse persone che oggi si trovano indagate insieme a loro. I legali hanno chiesto la revoca della misura cautelare. Di parere contrario l’accusa che ha prodotto nuove prove a carico delle indagate.
Davanti al Tdl è stata discussa anche la posizione di Pietro Martire, avvocato cosentino di 48 anni, accusato di far parte dell’associazione per delinquere che introduceva telefonini all’interno della casa circondariale di Catanzaro. Anche nei suoi confronti l’avvocato Roberto Le Pera ha chiesto la revoca della misura cautelare. Riesame anche per Gino Garofalo, Bruno Bartolomeo, Giada Pino e Angelo Pino, tutti difesi dall’avvocato Antonio Quintieri.
Nei prossimi giorni è attesa la decisione del collegio.