Il primo cittadino denuncia una situazione generale molto grave, che interessa soprattutto la zona nuova del paese, e la mancanza di fondi per i lavori di ripristino. Di qui, la decisione di chiedere aiuto ai piani alti. L'appuntamento è per mercoledì 6 agosto
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A Verbicaro si torna a parlare del fenomeno delle frane, che ormai da anni interessa una vasta area e la strada provinciale che conduce all'ingresso del paese. Ora, il sindaco Felice Spingola incontrerà gli esponenti del governo Meloni e lo staff del ministro Matteo Salvini per discutere dell'annosa questione e della possibilità di un intervento risolutore. L'appuntamento è per mercoledì 6 agosto.
Via XXIV maggio
C'è anche un'altra buona notizia. L'area di via XXIV maggio sta per essere riconsegnata alla comunità, dopo quasi quindici anni di stallo e di attesa. I lavori, che stanno per essere ultimati, sono stati realizzati grazie a un finanziamento di oltre 800mila euro. «Lo sgombero di queste case fu una tragedia per le famiglie e per tutta Verbicaro - dice il primo cittadino -. Queste costruzioni furono realizzate con i sudori degli emigranti e purtroppo la legge non risarcisce. Solo grazie alla rigenerazione urbana e non si è aggiunto danno al danno. Per cui questa è un'azione di restituzione di quest'area alla collettività».
Situazione drammatica
Ma a Verbicaro il fenomeno delle frane non si arresta e continua a preoccupare la popolazione. «La situazione è molto grave - continua Spingola - e purtroppo ci sono altre critiche del genere, soprattutto nella parte nuova del paese». Ma i fondi non ci sono. Una situazione drammatica che ha costretto Spingola a chiedere aiuto al governo. «Saremo a Roma mercoledì prossimo».
Caos edilizio
Ma com'è stato possibile costruire case e abitazioni su zona a rischio? «Purtroppo - ci risponde il sindaco - ci fu una scelta scellerata dopo il decreto Mancini e dopo la frana di Agrigento. I comuni furono obbligati a dotarsi di strumenti urbanistici molto più semplici dei piani regolatori e purtroppo fu realizzata l'espansione edilizia, che fu identificata in quest'area». Furono costruiti palazzi anche di sei, sette, otto piani. «I problemi ci sono e sono enormi. Abbiamo fatto una serie di interventi di consolidamento che hanno funzionato e se molti di questi palazzi sono ancora in piedi è proprio grazie a questo. Ma bisogna continuare a lavorare». Perché il fenomeno non si arresta. «La situazione deve essere assolutamente monitorata e non solo. Su questo territorio - conclude - bisogna fare attività di manutenzione in maniera incessante».