Inchiesta Perseverant

«Denunciando ha salvato la figlia e tanti ragazzi»: così il gesto di un papà coraggio ha disarticolato una rete di spaccio

L'inchiesta coordinata dalla Procura di Palmi ha portato all'arresto di 18 persone. La droga ordinata ordinata online e consegnata a domicilio

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di Elisa Barresi
1 marzo 2024
07:15

Basta poco. Un’amicizia sbagliata, frequentazioni devianti e poi il baratro. E qui entra in gioco il ruolo del genitore. Quello che un figlio non lo ha fatto per abbandonarlo al suo destino ma per prendersene cura. Ecco è questo che ha fatto l’uomo diventato il papà “coraggio” che ha dato il via, con la sua denuncia, alle indagini che hanno portato la procura di Palmi guidata Emanuele Crescenti da a disarticolare un vero e proprio sistema di narcotrafficanti. L'operazione "Perseverant" che ieri ha portato al blitz dei carabinieri con 18 arresti di cui 9 in carcere e 9 ai domiciliari.

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Un genitore attento lo sa se il figlio ha qualcosa che non va. E anche quando le sensazioni non bastassero i modi per comprendere esistono. In questo caso sono bastate delle analisi del sangue a far emergere la gravità di quanto stava accadendo.
Una sola denuncia. Un momento di coraggio che non ha salvato solo la figlia ma tantissimi giovani finiti in quel giro di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. Una testimonianza, un esempio di come anche una singola goccia, una singola azione abbia valore e possa realmente generare quel cambiamento necessario. La criminalità solo apparentemente affascina e attira perché simile a una scorciatoia. In realtà molti giovani rimangono vittime di un vortice dal quale difficilmente riescono a salvarsi da soli.
Lo ha capito bene questo padre che ha notato come la figlia «a seguito di una conoscenza fatta qualche mese addietro, aveva iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti, che assumeva per endovena. Ma ha deciso di salvare lei e probabilmente nel momento in cui ha deciso di denunciare non aveva valutato che quel suo gesto avrebbe salvato tanti altri ragazzi. Un racconto, quello fatto dal padre supportato degli esiti delle analisi di laboratorio della propria figlia, dalle quali emergeva che era positiva all’assunzione di cocaina e marijuana».


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Denunciare una figlia non è il sogno di nessun genitore. Ma esiste una responsabilità genitoriale che, invece, lo dovrebbe rendere in molti casi necessario. Trovarsi disarmati difronte a una realtà del genere è più che comprensibile. Scoprire che un figlio si droga può trovare chiunque impreparato. Ma è qui che scatta il coraggio. La forza di chiedere aiuto. Di fidarsi dello Stato che anche in un lembo di terra come la piana di Gioia Tauro esiste ed è presente. Ci sono voluti anni ma quell’organizzazione criminale dedita allo spaccio è stata disarticolata e tutto grazia a un papà che ha avuto il coraggio semplicemente di essere tale. Un esempio per una società sempre meno attenta alle richieste spesso silenziose dei giovani. Una società annichilita e quasi abituata a genitori assenti che non hanno mai inteso assumere le responsabilità genitoriali. Poi succede che dal baratro arriva la forza di trovare il coraggio di chiedere aiuto. Ed è da qui che bisogna ripartire. Dal coraggio di denunciare, dalla voglia di cambiare. Di farlo davvero

 

Giornalista
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