«Nico era un bambino favoloso, solare, tranquillo. Nei suoi disegni c’erano sempre il cielo azzurro e il sole». Così lo ricorda con voce commossa Domenico Pirrotta, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Pentimalli” di Gioia Tauro, dove Nicodemo Zito, 8 anni, frequentava la quarta elementare.

Nel silenzio dell’aula che fino a pochi giorni fa accoglieva la vivacità di Nico, oggi resta un banco vuoto colmo di disegni. A realizzarli sono stati i suoi compagni di classe: «Questa tragedia ha colpito nel profondo tutta la comunità scolastica. Il dolore è enorme, difficile anche solo da raccontare», spiega il preside Pirrotta, mostrando con delicatezza alcuni dei disegni realizzati da Nico: «In uno di questi si rappresenta come una tartaruga, mentre la sua famiglia è disegnata come uno zoo. Traspare tutto l’amore che aveva per i suoi genitori e fratellini, e la sua serenità».

Una comunità devastata dal dolore

La morte di Nicodemo Zito, avvenuta dopo 24 ore di agonia al Policlinico di Messina, ha gettato Gioia Tauro nello sconforto. Il piccolo era rimasto gravemente ferito nel crollo di un vecchio muro, mentre giocava con i fratellini vicino alla casa della nonna, nel quartiere Fiume. L’incidente si è verificato in pochi attimi, trasformando un gioco innocente in una tragedia irreparabile.

I soccorsi sono stati immediati, ma le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime. Due interventi chirurgici e l’intervento dell’elisoccorso non sono bastati a salvargli la vita. Restano ricoverati anche i suoi due fratellini, feriti ma fuori pericolo, così come il padre, che ha riportato una frattura a una gamba durante le fasi concitate dei soccorsi.

Il Comune ha proclamato il lutto cittadino nel giorno del funerale. «La città è attonita e sconvolta. La perdita di Nico è una ferita profonda per tutti noi», ha dichiarato la sindaca Simona Scarcella, vicina alla famiglia e alla scuola.

Il dolore in classe, l’abbraccio della scuola

Nel giorno successivo alla tragedia, alla “Pentimalli” non è stato facile tornare tra i banchi. «Abbiamo portato i bambini nel luogo preferito da Nico: la biblioteca della scuola», racconta ancora il preside. «Abbiamo letto delle favole, come quelle che lui amava tanto. È stato un modo per iniziare un percorso di elaborazione del lutto, per affrontare il dolore senza negarlo».

La psicologa dell’istituto è già stata attivata, e nelle prossime ore inizierà un percorso di supporto per la classe, nel rispetto dei tempi e delle sensibilità di ciascuno.

Particolare attenzione sarà riservata anche al rientro in classe del fratellino di Nico, uno dei feriti nel crollo. «Stiamo predisponendo un protocollo di accoglienza per farlo tornare in classe in un clima il più possibile sereno e non traumatico. La vita, per quanto difficile, deve andare avanti», dice Pirrotta.

Un addio che lascia il segno

Tra i tanti progetti scolastici portati avanti dalla “Pentimalli”, uno in particolare, intitolato "Più unico che raro", aveva visto Nico protagonista con i suoi disegni. «In ogni tratto, in ogni colore, si vedeva la sua luce. Era sempre sereno, sempre affettuoso. Per me non era solo un alunno: viveva vicino casa, lo vedevo ogni giorno, lo conoscevo bene», conclude il dirigente.

E intanto la Procura di Palmi ha aperto un’inchiesta per chiarire dinamica e responsabilità del crollo