Serra San Bruno si è svegliata in silenzio e il cuore pesante. È difficile trovare le parole per raccontare la tragedia che ha colpito la comunità: tre giovani vite strappate all’affetto dei loro cari in un terribile incidente avvenuto ieri sulla statale 682 Jonio-Tirreno, all’altezza di Gioiosa Ionica. Le vittime sono Salvatore Primerano, trentasettenne originario di Santa Caterina dello Ionio ma residente a Serra, sua moglie Lucia Vellone, ventotto anni, e Domenico Massa, quarantaquattro anni, anche lui di Serra San Bruno. I due coniugi sono morti sul colpo, mentre Domenico, trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale di Catanzaro, si è spento poco dopo. A casa dei Primerano-Vellone, due bambini piccoli aspettavano invano il ritorno dei propri genitori. La notizia si è diffusa in brevissimo tempo, lasciando tutti attoniti. In paese si respira un silenzio irreale, rotto alle voci commosse di chi li conosceva. Serra San Bruno si è fermata, stretta in un dolore collettivo che supera ogni parola.

Una nuova tragedia che ha scosso un’intera comunità: stiamo parlando del terribile incidente stradale sulla Jonio-Tirreno che ha provocato la morte di tre giovani residenti a Serra San Bruno.

Il sindaco Alfredo Barillari è tra i primi a commentare, con la voce rotta dall’emozione. «È una tragedia che lascia tutti noi sgomenti - dice -. La comunità si sta stringendo in silenzio attorno alle famiglie con tanta solidarietà e cordoglio. La famiglia Vellone, serrese doc, è una famiglia di grandi lavoratori; la famiglia Primerano, originaria di Santa Caterina, gente perbene; e la famiglia Massa, Domenico viveva qui da tanti anni, lo conoscevamo tutti. Sono tre persone che partecipavano attivamente alla vita del paese. È un dolore che a parole non si può esprimere». Il sindaco li conosceva personalmente. Ricorda Salvatore e Lucia come una coppia giovane, unita, piena di amore per i figli e per la comunità. «Salvatore lo vedevi spesso in piazza con la bambina - racconta -, sempre sorridente, sempre pronto a dare una mano. Lucia era una madre premurosa, una donna dolce, discreta. Domenico, poi, aveva un cuore grande. Era sordomuto, ma comunicava con i gesti un affetto profondo per Serra e per le persone che incontrava. Lo vedevamo tutti in giro sul suo scooter, salutava con un sorriso. Ognuno di loro, a modo suo, rappresentava una parte bella e autentica della nostra comunità».

Barillari si ferma, prende fiato e aggiunge: «Ora arriva la parte più difficile. Dovremo stare vicini alle famiglie, soprattutto ai bambini, perché superare un dolore simile è impossibile. L’unica cosa che possiamo fare è esserci, uniti. È nostro dovere tenerli nel cuore e ricordarli per la gioia e la bontà che hanno lasciato tra noi». Il Comune proclamerà il lutto cittadino nel giorno dei funerali, un segno di partecipazione che vuole rappresentare l’abbraccio dell’intera Serra San Bruno alle famiglie colpite. Tra la gente, il dolore si tocca con mano. Un uomo che li conosceva tutti e tre scuote la testa e sussurra: «Erano persone semplici, buone. Salvatore e Lucia erano speciali, sempre sorridenti, sempre pronti ad aiutare. E anche Domenico, con la sua disabilità, era una presenza affettuosa. Ha lasciato un vuoto immenso nel nostro paese».

Poco più in là, un commerciante racconta di aver visto i coniugi appena pochi giorni prima. «Sono venuti a comprare dei vestiti per i bambini - ricorda -. Ridevano, parlavano di scuola e dell’autunno che arrivava. Brava gente, lavoratori. Quando ho saputo dell’incidente non volevo crederci. Mi si è stretto il cuore. È una di quelle notizie che ti spezzano dentro».