Il luogo di preghiera resta. Lo assicura il rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, Giovanni Cuda, che così smentisce le dichiarazioni diffuse sui profili social della Lega sul presunto smantellamento della moschea, inaugurata appena una decina di giorni fa all’ateneo catanzarese. «Da rettore vorrei cercare di rasserenare gli animi» ha chiarito innanzitutto Cuda. 

«Non abbiamo smantellato una moschea ma abbiamo soltanto rimosso una cartellonistica che poteva generare, così come ahimè ha fatto, delle interpretazioni non corrette e faziose. Ciò che abbiamo fatto è garantire, così come sancito dall’articolo 19 della nostra Costituzione, la libertà di culto religioso».

Il rettore dell’Umg ha inoltre chiarito come la rimozione della cartellonistica sia precedente all’interrogazione parlamentare promossa da Rossano Sasso e che verrà a breve sostituita con una corretta. «Per la fede islamica moschea è qualsiasi luogo di culto o area di preghiera» ha puntualizzato. «In effetti per loro si tratta di una “musalla”, piccola area dove si riunisce chi pratica questa religione, così come facciamo noi nelle cappelle. A questo proposito vorrei ricordare che noi abbiamo una cappella presso il nostro ateneo presente fin dalla sua fondazione».

«Dal momento che abbiamo una significativa comunità di studenti di fede islamica, abbiamo dipendenti dell’università e dell’azienda ospedaliera universitaria, abbiamo pazienti che praticano questa fede, abbiamo ritenuto giusto e opportuno consentire anche a queste persone di avere una piccola area di preghiera e silenzio. Una area – ha puntualizzato ancora – che non poteva avere altre destinazioni, ad esempio aula didattica, essendo priva di finestre. Continuo a ripetere che questa è stata una scelta corretta, giusta e saggia» ha concluso Cuda.

«Sono amareggiato per queste polemiche e mi scuso per tutti quelli che hanno dovuto subire pressioni perché avere la possibilità di esprimere le proprie opinioni e pregare in un luogo decente credo che non sia un delitto».

«Un mio amico mi ha riferito di recente, a proposito di tolleranza religiosa, che una fermata della metropolitana di Teheran è stata intitolata alla Vergine Maria. Ciò è avvenuto di fronte ad una chiesa armena. Vorrei chiedere al dottor Sasso che cosa ne pensa di questa idea o se pensa di fare una interrogazione parlamentare anche su questo».