L’operazione

‘Ndrangheta, arresti nella cosca Bellocco di Rosarno: 47 persone in carcere e 16 ai domiciliari - NOMI

VIDEO | Tutti sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura. Due indagati sono finiti all'obbligo di dimora

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di Francesco Altomonte
13 dicembre 2022
06:19

Nuovo colpo alla cosca Bellocco. La procura antimafia di Reggio Calabria ha portato a termine una nuova attività investigativa nei confronti del potente clan di Rosarno, nel Reggino. Sono 47 le persone finite in carcere, 16 ai domiciliari e 2 all’obbligo di dimora che sono rimaste coinvolte nell’operazione eseguita denominata Blu notte. Oltre ai Bellocco di Rosarno, sarebbero state colpite le famiglie Spada di Ostia (due destinatari di misura) e i Lamari-Larosa-Pesce della piana di Gioia Tauro. Sono 93 in totale gli indagati nell'inchiesta della Dda reggina.

Arresti anche nella provincia di Brescia, dove il Ros dei carabinieri ha operato insieme alla guardia di finanza per un sequestro preventivo di imprese, beni immobili, quote societarie per un valore di circa 5 milioni.


Morto un boss se ne fa un altro

Tutti sono accusati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

L’indagine è stata svolta dal Nucleo investigativo di Gioia Tauro tra il settembre 2019 e l’agosto 2020 nei confronti di elementi di spicco della cosca Bellocco e i nuovi assetti del clan di Rosarno e il passaggio del bastone del comando dal boss Umberto Bellocco detto "Assi i mazzi", deceduto alla fine dello scorso ottobre, al nipote Umberto Bellocco (39 anni) dello "chiacchiera".

Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ha determinato, inoltre, il sequestro preventivo di una ditta attiva nel settore dello sfruttamento delle risorse boschive (taglio, trasporto e trasformazione del legno), utilizzata per agevolare le attività criminali della cosca, il cui valore complessivo è stato stimato in 700mila euro.

All’operazione hanno partecipato 1.000 carabinieri di Reggio Calabria, in 16 province del territorio nazionale, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e dalle rispettive articolazioni territoriali.

Le infiltrazioni in Lombardia

Le indagini della Dda di Brescia sono partite dall'attività del Ros iniziata nel 2018 e che, sulla scia di quanto già accertato nell'indagine 'Nduja del 2005, ha confermato la presenza della cosca Bellocco nelle province di Brescia e Bergamo, «delineandone assetti organizzativi - spiegano carabinieri e GdF -, collegamenti con le omologhe strutture presenti in Calabria e attività delittuose principalmente legate all'infiltrazione dell'economia legale».

Per la Dda, è proprio il nuovo boss Umberto Bellocco, 39 anni, già condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa nell'ambito dell'indagine 'Nduja e nipote dell'omonimo storico capo della cosca di Rosarno morto quest'anno, «l'elemento di vertice della proiezione operante in Lombardia» il quale, nonostante fosse detenuto, avrebbe continuato a dirigere le attività illecite «veicolando direttive ai propri familiari, concorrenti nei reati».

Nell'operazione sono stati individuati «i terminali calabresi (residenti a Rosarno) della struttura criminale lombarda i quali concorrevano nella gestione delle molteplici attività economiche di interesse del sodalizio realizzate prevalentemente tramite un imprenditore» attivo tra Brescia e Bergamo nei settori edile e immobiliare. L'uomo avrebbe «fornito un fattivo contributo anche mediante la commissione di delitti tributari e di somministrazione fraudolenta di manodopera, attuati attraverso un articolato circuito di società cartiere deputate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti» ricostruito dalla GdF.

Per Ros e GdF l'indagine documenta nuovamente «l'esistenza di proiezioni della 'ndrangheta in regioni diverse dalla Calabria» e consente di «confermare l'esistenza di un fenomeno di colonizzazione dovuto al trasferimento di affiliati calabresi in altri territori precedentemente immuni da tali manifestazioni criminali, soprattutto in quei territori caratterizzati da un maggiore sviluppo economico e da un più ampio grado di ricchezza generale».  

Le attività di polizia giudiziaria sono state estese - col supporto dei comandi provinciali dei carabinieri e GdF - nelle province di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Monza Brianza, Roma, Chieti, Reggio Calabria e Siracusa.

Gli indagati finiti in carcere

Umberto Bellocco
Francesco Benito Palaia
Emanuela Bellocco
Gaetano Palaia cla '96
Maria Serafina Nocera
Giovanni Nocera
Rocco Stilo
Antonio Restuccia
Francesco Nocera
Enricp Condoleo
Vincenzo Palaia
Rosario Caminiti
Antonino Biondo
Vincenzo Lombardo
Rocco Bellocco classe '52
Domenico Bellocco classe '80
Francesco Fiumara
Domenico Bellocco classe '87
Rocco Bellocco classe '89
Michele Bellocco
Pasquale Furuli
Pietro Giuseppe Bellocco
William Gregorio
Rocco Restuccia
Antonio Barrese
Giuseppe Fazzari
Antonio Paladino
Antonio Mandaglio
Francesco Mandaglio
Francesco Larosa
Massimo Larosa
Massimo lamari
Francesco Antonio Bellocco
Benito Palaia
Rocco Delfino
Michele Tiberio
Ramy Serour classe '90
Gioacchino Bonarrigo
Ramy Serour classe '88
Giuseppe Maiuri
Natale Trimboli
Gabriele Ursino
Palaia Gaetano classe '91
Marco Petrini
Alessandro Marando

Arresti domiciliari

Marina Palaia
Michelangelo Bellocco
Michele Larosa
Francesco Cutrì
Giuseppe Pantano
Vincenzo Politanò
Sante Restuccia
Francesco Lobaudo
Mario Vellutino
Fausto Pizzuti
Salvatore Ardizzone
Nicola Zungri
Giovanni Palaia
Gaetano Palaia classe '74
Domenico Scarmato

Obbligo di dimora

Gaetano Palaia classe '2000
Girolamo Primerano

 

 

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