Il processo

Omicidio Pagliuso, in appello invocato l’ergastolo con aggravante mafiosa per Marco Gallo

Per il procuratore generale Maffia quello dell'agosto 2016 a Lamezia è stato un «delitto nato in ambiente 'ndranghetista». Chiesto anche un anno di isolamento diurno

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di Alessia Truzzolillo
19 febbraio 2024
16:26
La vittima, l’avvocato Francesco Pagliuso
La vittima, l’avvocato Francesco Pagliuso

«È un omicidio che ha avuto origine in un ambiente mafioso ed è stato eseguito con modalità mafiose». Si dice «convinto e certo» il sostituto procuratore generale Luigi Maffia che via sia mano mafiosa dietro il delitto del penalista lametino Francesco Pagliuso, ucciso il 9 agosto 2016 nel giardino della propria abitazione mentre si accingeva a scendere dalla propria auto. Al termine della propria requisitoria, il pg - davanti alla Corte d'assise d'appello presieduta da Abigale Mellace - ha invocato la conferma dell'ergastolo nei confronti del presunto killer Marco Gallo con l'applicazione dell'aggravante mafiosa che la Corte d'assise di Catanzaro aveva escluso.

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L'accusa ha anche invocato un anno di isolamento diurno per l'imputato, difeso dall'avvocato Francesco Siclari.


«Nemico della cosca Scalise»

Secondo Maffia l'avvocato Pagliuso è stato visto come un nemico dalla cosca Scalise nel momento in cui ha preso la difesa del gruppo rivale dei Mezzatesta e ha ottenuto nei loro confronti notevoli successi processuali. In quel momento, ha detto il pg, l'avvocato «è stato visto come un nemico» e l'attività di avvocato che ha esercitato «ne ha determinato la condanna a morte».

«Mi sono chiesto più volte perché sia stata esclusa la matrice mafiosa del delitto e non me lo so spiegare», ha aggiunto il pg il quale, al momento del delitto, era procuratore facente funzioni a Lamezia Terme e il suo Ufficio fu il primo ad acquisire le indagini, prima di inviare le risultanze delle investigazioni alla Dda di Catanzaro. Secondo Maffia, l'esclusione dell'aggravante mafiosa è stata l'unico errore commesso dai giudici di primo grado. Il pg ha, dunque, invocato con forza l'aggravante mafiosa perché, ha detto, Marco Gallo «aveva l'ordine preciso di punire l'avvocato prima ancora che la persona Francesco Pagliuso».

Sono parte civile nel processo i familiari dell'avvocato, la camera penale di Lamezia,  il consiglio forense di Lamezia Terme, l'organismo nazionale forense, il Comune di Lamezia Terme, il Comune di Soveria Mannelli. Rappresentati dagli avvocati Aldo Ferraro, Pino Zofrea, Antonella Stratoti, Enzo Galeota, Pietro Agapito, Caterina Restuccia, Gianfranco Agapito, Salvatore Staiano. 

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