Antonella Mignolo scrive al network LaC: «Accesso ai servizi sanitari complesso per colpa della burocrazia che ignora i malati. Spero che l’Asp firmi la convenzione con il Don Mottola»
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La difficoltà nel raggiungere e assistere il marito ricoverato a Montalto Uffugo, nel Cosentino, la disponibilità della struttura don Mottola di Drapia e una convenzione dall’Asp di Vibo che tarda ad arrivare. Nei giorni scorsi, la nostra testata si è occupata del caso di Antonino Russo e della sua famiglia. La moglie Antonella Mignolo, tramite il nostro network, aveva ripercorso i numerosi appelli rivolti all’Azienda sanitaria affinché potesse autorizzare la struttura di Drapia ad operare in regime di prestazione pubblica, nonostante l’accreditamento. Oggi, l’auspicio, è che le istituzioni sanitarie diano una risposta concreta. Una speranza che traspare nelle parole della signora Antonella che ringrazia per l’attenzione giornalistica riservata al caso. Riportiamo la lettera integrale.
Gentile Direttore,
desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento all'Editore del vostro network, a Lei e a tutta la redazione per aver dato voce, con grande attenzione e sensibilità, alla situazione urgente e dolorosa che vede coinvolto mio marito ma che ha portato all'attenzione pubblica la problematica delle strutture sanitarie non convenzionate, in particolare il caso della rsa Don Mottola di Drapia.
Le vostre inchieste pubblicate di recente e la lettera del direttore sanitario del Don Mottola Medical Center – Drapia (Vibo) Dr. Soccorso Capomolla offrono una testimonianza preziosa di quanto sia drammaticamente complesso l'accesso alle cure per tante persone, non solo per mio marito, in una regione così tanto martoriata come la Calabria.
In questi giorni ho ricevuto tantissime attestazioni di solidarietà unitamente a tante testimonianze di famiglie che, come la nostra, necessita, per i propri familiari, di assistenza continuativa e specializzata.
L'assenza di convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale in molte strutture di eccellenza, come quella di Drapia, pone infatti tanti utenti bisognosi di cure davanti a un bivio: rinunciare ad un’assistenza adeguata o affrontare sacrifici enormi, non solo emotivi ma anche economici, per garantire un minimo di dignità ai propri cari?
Il fatto che una struttura così vicina, così importante, resti inaccessibile perché non convenzionata è una contraddizione inspiegabile.
Ci auguriamo di ricevere risposte immediate dall'Asp di Vibo Valentia affinché questa situazione, che, anziché essere gestita e alleggerita dalle istituzioni, sembra essere ignorata o addirittura aggravata dalla burocrazia, trovi un giusto epilogo.
La vostra attenzione verso questo tema ci permette di sperare che le Istituzioni possano finalmente rendersi conto della necessità urgente di una soluzione, affinché le strutture sanitarie, in particolar modo quelle che operano nell’ambito delle rsa, possano essere finalmente accessibili a tutti, senza la necessità di trasferirsi lontano dalla propria terra per garantire cure adeguate ai propri cari.
Non possiamo che augurarci che questo appello non resti nel vuoto, ma che, al contrario, spinga l'Asp di Vibo Valentia a finalizzare questa convenzione, che tarda ad arrivare e che permetterebbe al Centro di Drapia di accogliere, in regime di prestazione pubblica, non solo mio marito ma tanti altri pazienti bisognosi di cure, assistenza e soprattutto della vicinanza dei propri cari.
Con immensa gratitudine
Antonella Mignolo