La tagliola

Reddito di cittadinanza, in Calabria lo percepivano in 243mila: Comuni sotto pressione, il caso Catanzaro

VIDEO | Gli uffici dei servizi sociali del capoluogo regionale da giugno affrontano un carico di lavoro notevole per i numerosi utenti che si rivolgono agli sportelli per sapere quale sarà la propria sorte. L'assessore: «Abbiamo difficoltà a spiegare alle persone come funziona la legge»

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di Luana  Costa
25 agosto 2023
18:27

Nuova stretta sul reddito di cittadinanza. Oggi l’Inps ha inviato altri tremila sms per comunicare ad altrettanti ex beneficiari la sospensione del sussidio. Già a fine luglio erano stati 11mila i calabresi a perdere il sostegno economico ma si trattava solo di una prima tranche. Ulteriori stop al reddito sono previsti fino alla fine dell’anno.

La carica del reddito

Al 31 dicembre 2021 la Calabria contava la presenza di 243mila percettori, non tutti però perderanno il sussidio. Per molti si apre la strada di una proroga fino al 31 dicembre e di una successiva erogazione di un assegno di inclusione. Si tratta delle fasce di popolazione più deboli che dovranno essere prese in carico dai servizi sociali dei Comuni. «Il settore si sta ritrovando quotidianamente ad avere un consistente afflusso di utenti che chiedono delucidazioni e spiegazioni anche perché a volte erroneamente indirizzati» spiega l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro, Giusy Pino.


I fragili

Nell’ambito territoriale di Catanzaro – che comprende anche i Comuni di Taverna, Sellia, Sersale e Tiriolo – sono 10.591 i casi segnalati, 6.396 quelli afferenti alla sola città capoluogo. Sei le operatrici addette alla lavorazione delle pratiche, a ciascuna ne sono state affidate 700 per tentare di venire a capo dell’enorme carico di lavoro, le quali sono anche chiamate a gestire le disfunzioni del sistema. «La piattaforma sulla quale le operatrici stanno effettuando le lavorazioni delle pratiche risulta bannata per tutti i nominativi dei soggetti compresi nella fascia d’età tra i 18 e i 59 anni» spiega l’assessore comunale.

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Nel limbo

Si tratta di quelli ritenuti dall'Inps occupabili e che dovranno essere presi incarico dai Centri per l'Impiego per essere indirizzati verso percorsi di formazione e reinserimento lavorativo. Anche tra questi però risultano persone che, in teoria, rientrerebbero nella categoria dei fragili poiché in possesso di certificazioni che attestano particolari condizioni di disagio familiare o personale. Tuttavia, la piattaforma non consente l'accesso alla pratica dagli uffici dei servizi sociali.

L'sms ambiguo

«Il problema – spiega – sorge perché questi soggetti dovrebbero essere presi in carico dai centri territoriali per l’impiego però il messaggio che è stato inviato dall’Inps contiene un termine che induce a credere che possano essere presi in carico dai servizi sociali. In realtà il nostro settore li può gestire soltanto qualora – dopo una attenta anamnesi della condizione personale - presentino effettivamente un requisito di fragilità che gli impedisce di lavorare».

La disperazione

«Stiamo registrando difficoltà in questa fase a far capire quando e come potranno essere inseriti nel bacino di percettori del reddito di cittadinanza. È capitato di dover far fronte anche a cittadini esasperati perché prima di arrivare erano stati informati male però le operatrici con garbo sono riuscite, anche dopo ore, a far capire come funziona la legge. Sorge quindi la necessità, per consentire un lavoro sereno all’interno degli uffici, disciplinare gli accessi attraverso la predisposizione di appuntamenti concordati per email che sarà comunicata a mezzo stampa, sui canali del Comune e affissa all’esterno degli uffici. Abbiamo stabilito circa 100 accessi al giorno».

Giornalista
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