«Io Sabrina Radu, nata in Romania il 7 gennaio 1985, residente a Taurianova, affetta da sclerosi laterale amiotrofica dall'agosto del 2015, ho deciso di rendere pubblica la mia decisione di richiesta di procedura medica di eutanasia».

È la straziante dichiarazione della donna quarantenne, immobilizzata dalla Sla, che vive a Taurianova, al terzo piano di una palazzina senza ascensore, insieme al marito, Sergio Carrozza, di 55 anni, malato oncologico con tumori al fegato e pancreas. La situazione drammatica della coppia ha destato sgomento e un’ondata di solidarietà. Il marito si prende cura con amore incrollabile della consorte, ma ha più volte lanciato disperate richieste di aiuto, poiché lamenta che gli è stato dimezzato l’assegno di gravità e perciò invoca «una raccolta fondi o perlomeno che l'Asp aumenti le ore di assistenza».

Adesso, la moglie Sabrina, ha preparato una lettera, utilizzando il puntatore oculare, per rendere note le motivazioni che la spingono a chiedere il suicidio medicamente assistito.

«Non sono giunta a questa drammatica decisione per le pur gravi sofferenze fisiche che la mia malattia, in stato avanzato, mi arreca – spiega Sabrina -.La mia decisione è dettata unicamente dalle sofferenze morali che sto subendo provocate dal fatto che lo Stato mi sta (in sostanza) "costringendo" a ricoverarmi presso una struttura sanitaria togliendomi l'unica gioia che ancora mi rimane: stare a casa mia nel mio caro ambiente familiare, accudita teneramente e scrupolosamente da mio marito che, nonostante la sua grave patologia oncologica, non manca, in tutti i momenti della giornata, di fornirmi il suo sostegno fisico e morale oltre che da assistenti che conoscono ormai da diversi anni e con cui si è instaurato un bellissimo rapporto improntato ad umanità e comprensione immediata di tutte le mie esigenze di paziente allettata e costretta all'utilizzo di puntatore oculare per comunicare. Sino ad oggi è stato possibile che io vivessi in casa grazie ai sussidi che percepivo, ma ora il Comune di Taurianova, la Regione Calabria e l'Asp di Reggio Calabria hanno deciso di sopprimere una parte dei contributi all'assistenza in applicazione, secondo loro, (di leggi che mi appaiono crudeli ed ingiuste), per cui la permanenza in casa mi sarà resa impossibile dall'insufficienza di fondi. Poche migliaia di euro all'anno che lo Stato ha deciso di non spendere più per me mi priveranno dell'ultima gioia rimasta rendendo insopportabile lo stare in vita. Voglio, però, che questo mio sacrificio sia utile a qualcun altro che versa nelle mie stesse condizioni affinché, in futuro, vengano abolite leggi così ingiuste ed impedite applicazioni così rigorosamente spietate. Che Dio mi perdoni».

Il marito, Sergio Carrozza, ribadisce che «questa lettera deve arrivare al Presidente della Repubblica. Scriverò al prefetto, alla Procura, perché queste leggi stanno uccidendo l'ammalata. Lo so, la legge è legge, e la stanno applicando. Su questo si stanno basando. Ci dicono che più di così non si può fare. Chi è venuto qui ci ha prospettato una casa del sollievo. Mia moglie vuole vivere a casa sua. In una struttura non ci vuole andare, in tal caso preferisce morire. Sabrina si vuole lasciare andare e farò una guerra contro lo Stato».

La drammatica situazione dei coniugi è stata al centro di una interrogazione parlamentare della deputata calabrese Vittoria Baldino e ripresa anche dal consigliere regionale del PD Giovanni Muraca.

Il sindaco di Taurianova, Roy Biasi: «Il Comune ha fatto più di quanto poteva»

In merito alla vicenda della coppia, è bene ricordare che l’amministrazione comunale di Taurianova, nella persona del sindaco, Roy Biasi, in precedenza ha spiegato che «il Comune ha fatto più di quanto poteva. Siamo riusciti a portare a 8 le ore giornaliere in cui, compresi il sabato e la domenica, è assicurata l’assistenza domiciliare integrata e l’abbiamo fatto esentando la famiglia dalla compartecipazione economica prevista in questi casi per legge, cioè facendo assumere al Comune tutti gli oneri del caso. L’Ente, attraverso una cooperativa accreditata si occupa anche di coordinare e monitorare il servizio, adattandolo progressivamente nel tempo alle esigenze della signora e arrivando al massimo delle ore programmabili. Negli anni abbiamo attinto alle risorse messe a disposizione da più fonti, dal Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, alla Quota Servizi Fondo Povertà fino al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, in uno sforzo che come si vede ha unito dovere istituzionale, umanità e una certa caparbietà degli uffici, senza cioè risparmiare sull’attenzione che il caso richiede, e anzi destinando quando è stato possibile un aiuto economico a favore del caregiver principale della signora, ovvero suo marito visto che il figlio della coppia vive fuori regione. Il Comune non ha mai trascurato la condizione dei due concittadini e, quindi, non può essere messo alla berlina da quei politici che non sanno, o fanno finta di non sapere, che stiamo rispettando al massimo la volontà del signor Carrozza che, pur essendo malato a sua volta, rigetta le ripetute proposte fatte dagli esperti che indicano soluzioni alternative: dall’attivazione del servizio di Assistenza domiciliare integrata, con la possibilità di una valutazione da parte dell'Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm), che avrebbe consentito l'inserimento di servizi di assistenza infermieristica specifici per la gestione delle condizioni di salute della signora, fino ad arrivare al suggerimento dell'inserimento temporaneo della signora in una struttura per un ricovero transitorio, per offrire un supporto al caregiver e garantire un periodo di recupero e sollievo per il marito».