Il matrimonio porta con sé promesse di fedeltà, che si traducono in un impegno a rimanere accanto al coniuge, sia nella salute che nella malattia. Un atto di dedizione che va oltre la superficie sperimentato da una coppia di Taurianova, Sergio Carrozza e Sabina Radu: lei, 40 anni, immobilizzata a letto dalla Sla può comunicare solo attraverso una macchina, e lui, di 55 anni, malato oncologico con tumori al fegato e pancreas, cerca di accudirla con tutto l’amore possibile. Un impegno costante diventato un pilastro di forza per entrambi. Ma le difficoltà sono tante. La malattia e le problematiche economiche sono un fardello pesante. Quando abbiamo contattato Sergio, la prima cosa che ci ha detto, con voce rotta dalla commozione, è stata: «Grazie, ci state tenendo in vita. Mi sento sollevato».

I coniugi vivono in una palazzina all’ultimo piano, il terzo, senza ascensore, e lei deve rientrare in casa con il montascale, ma quando accusa gli attacchi di panico deve essere portata su a braccia. L’unico figlio studia fuori regione, a Ferrara. E la coppia, secondo la testimonianza del signor Sergio, non ha una rete familiare su cui appoggiarsi.


«Per tamponare, chiediamo un sostegno economico, una raccolta fondi o perlomeno che l'Asp ci aumenti le ore di assistenza – ci riferisce quasi in lacrime Sergio, infermiere in malattia, con invalidità al 100% -.Ci dovete aiutare, remare nella stessa direzione. Fate rete. Sabina si vuole lasciare andare, perché si sente un peso. Vi prego, c'è una malata attaccata ai macchinari che ha bisogno di assistenza H24. Non abbiamo una rete familiare. Sono l'unico che può sostenerla, non abbiamo nessuno. Tra mille difficoltà devo portare mia moglie per controllo ogni 3-4 mesi a Mistretta in Sicilia. Attraversiamo in auto lo stretto. Non le faccio mancare niente, ma lei è completamente paralizzata e dipende da me».

La malattia non sta abbattendo il loro spirito. Ma per alleggerirne il peso hanno bisogno di sentire il calore della solidarietà. Ognuno può fare la differenza, per regalare speranza, cure e sostegno a questa famiglia in un momento di grande difficoltà. I due, per cercare di mantenere una sorta di routine e preservare un senso di normalità, hanno deciso di continuare ad abitare tra le mura del proprio appartamento.


«Mia moglie vuole vivere, combattere la malattia a casa sua – dichiara Sergio-. Ho fatto una casa su misura per lei. Lei mi ha detto che, piuttosto che andare in una struttura, di farla morire. La cosa eclatante è che nel novembre 2024 ha scritto a Occhiuto ed è stata ignorata. Nel dicembre 2024 ho scoperto di avere un tumore al pancreas e fegato, a quel punto ho scritto anch'io nel gennaio 2025, raccontando la situazione che si era aggravata e, ulteriormente, non ho ricevuto nessuna risposta. Dopodiché, abbiamo inviato lettere all'Asp, al prefetto di Reggio Calabria che si è interessato a noi e una commissione medica nel marzo scorso è venuta a casa. Però, ci è stato dimezzato l'assegno di gravità, che per me è un aiuto fondamentale, poiché abbiamo due badanti in regola che non posso licenziare, se lo facessi mia moglie non avrebbe l'assistenza adeguata e perderemmo anche l'incentivo che ti dà l'Inps quando versi i contributi per un collaboratore domestico. Personalmente, devo fare i viaggi della speranza tra Milano e Padova, sotto effetto di chemioterapia, ma resto lucido nell'aiutare mia moglie».

La vicenda nei giorni scorsi è stata al centro di una interrogazione parlamentare della deputata calabrese Vittoria Baldino. La drammatica situazione è stata anche portata alla luce da Giovanni Muraca, consigliere regionale del Pd e Simone Marafioti, consigliere comunale di minoranza a Taurianova: «Questa famiglia non chiede carità, ma il rispetto di diritti elementari: assistenza domiciliare continua, fondi e supporto immediato per vivere con dignità. Eppure, da troppo tempo, la risposta delle istituzioni è stata fatta di silenzi, promesse rimaste sulla carta, procedure che non tengono conto di chi non ha tempo per aspettare. Da mesi ci stiamo battendo al fianco di Sergio, sollecitando Comune, Regione e ogni livello istituzionale competente affinché i fondi del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza vengano erogati subito e vengano potenziati i servizi domiciliari».

Sul caso è intervenuto il sindaco di Taurianova, Roy Biasi, il quale ha replicato al comunicato diramato da Muraca e Marafioti accusandoli di «propalare disinformazioni a piene mani per mettere in cattiva luce, da soli ormai, il Comune di Taurianova e strumentalizzare così la sofferenza dei signori Carrozza-Radu al cui fianco dicono di combattere: peccato che né agli uffici, né agli organi istituzionali dell’Ente, sia mai pervenuta una nota o una qualche sollecitazione formale firmata, Muraca e Marafioti, squallidi bacchettatori per conto del Pd in una vicenda umana e sanitaria che invece merita umano rispetto e serietà istituzionale».

Il sindaco ha spiegato che «il Comune ha fatto più di quanto poteva. Siamo riusciti a portare a 8 le ore giornaliere in cui, compresi il sabato e la domenica, è assicurata l’assistenza domiciliare integrata e l’abbiamo fatto esentando la famiglia dalla compartecipazione economica prevista in questi casi per legge, cioè facendo assumere al Comune tutti gli oneri del caso. L’Ente, attraverso una cooperativa accreditata si occupa anche di coordinare e monitorare il servizio, adattandolo progressivamente nel tempo alle esigenze della signora e arrivando al massimo delle ore programmabili. Negli anni abbiamo attinto alle risorse messe a disposizione da più fonti, dal Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, alla Quota Servizi Fondo Povertà fino al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, in uno sforzo che come si vede ha unito dovere istituzionale, umanità e una certa caparbietà degli uffici, senza cioè risparmiare sull’attenzione che il caso richiede, e anzi destinando quando è stato possibile un aiuto economico a favore del caregiver principale della signora, ovvero suo marito visto che il figlio della coppia vive fuori regione. Il Comune non ha mai trascurato la condizione dei due concittadini e, quindi, non può essere messo alla berlina da quei politici che non sanno, o fanno finta di non sapere, che stiamo rispettando al massimo la volontà del signor Carrozza che, pur essendo malato a sua volta, rigetta le ripetute proposte fatte dagli esperti che indicano soluzioni alternative: dall’attivazione del servizio di Assistenza domiciliare integrata, con la possibilità di una valutazione da parte dell'Unità di Valutazione Multidimensionale (Uvm), che avrebbe consentito l'inserimento di servizi di assistenza infermieristica specifici per la gestione delle condizioni di salute della signora, fino ad arrivare al suggerimento dell'inserimento temporaneo della signora in una struttura per un ricovero transitorio, per offrire un supporto al caregiver e garantire un periodo di recupero e sollievo per il marito».