Una lettera minatoria, infilata direttamente sotto la porta del suo ufficio in Comune. È questa l’amara sorpresa che il sindaco di Jonadi, Fabio Signoretta, ha trovato ieri mattina al suo arrivo in Municipio. Sconcertante il contenuto: una foto della targa della sua auto e un insulto esplicito: “Pezzo di m…”. Un episodio inquietante, che ha immediatamente fatto scattare le indagini da parte dei carabinieri della stazione di Filandari, coordinati dal comando provinciale di Vibo Valentia.

«Purtroppo quello che fa più male è proprio questo: il luogo dove è stata recapitata la lettera minatoria», ha dichiarato il primo cittadino visibilmente provato. «Quello che è avvenuto è un qualcosa di veramente grave, direi quasi spregiudicato».

Il contenuto del messaggio non lascia spazio a dubbi: si tratta di una minaccia diretta al sindaco.
«L’amarezza è enorme – ha continuato Signoretta – però stiamo cercando, insieme alla squadra, di tenere la barra dritta. Tante istituzioni, amministratori locali e anche il prefetto di Vibo Valentia stanno dimostrando solidarietà, e questo ci aiuta a non abbatterci».

Sul caso stanno ora indagando i militari dell’Arma, che hanno acquisito il messaggio e stanno passando al setaccio la zona alla ricerca di elementi utili per risalire all'autore o agli autori del gesto.

Grave episodio accaduto a Jonadi, nel Vibonese: una lettera intimidatoria è stata lasciata nell’ufficio del sindaco, Fabio Signoretta. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Il messaggio, con la foto della targa della sua auto e un insulto, ha scosso il primo cittadino.

Il sindaco, che negli ultimi tempi ha intensificato l’attività amministrativa su più fronti, non nasconde le difficoltà legate al suo ruolo: «Noi stiamo cercando di amministrare guardando al lungo periodo, facendo quello che è giusto, senza preoccuparci del consenso immediato o della possibilità di ricandidarci. Ma quando si prendono decisioni importanti, è inevitabile creare tensioni».

Alla domanda se abbia riflettuto su chi potrebbe aver compiuto un gesto simile, Signoretta risponde con prudenza: «Voglio lasciare alle forze dell’ordine la serenità di fare il loro lavoro. Sono certo che faranno chiarezza e ci aiuteranno a capire le ragioni dietro questo gesto».

Un momento di forte tensione personale, che ha portato il sindaco anche a riflettere sulla sua scelta di restare. «Qualche giorno fa in una intervista raccontavo come su 14 ragazzi della mia classe delle elementari, solo in 4 siamo rimasti in questa terra. In tanti sono andati via. E in certi momenti, come questo, anche io mi sento tentato di lasciare. Ma non lo farò. Credo che stiamo facendo scelte di buon senso e soprattutto lavoriamo in buona fede. E questo è ciò che conta».

Infine, un messaggio di responsabilità e determinazione: «Sono ore di amarezza, ma non ci esonerano dal nostro dovere. Dobbiamo continuare a lavorare, anche per le nuove generazioni, cercando di recuperare la serenità e non farci condizionare da questi episodi negativi».