Mammasantissima

Il massone Zumbo al boss Pelle: «Scatteranno operazioni, una settimana prima degli arresti vi dico tutto»

Commercialista di professione, ma con una vita segreta trascorsa tra massoneria e servizi segreti e legami con i clan De Stefano e Ficara. Il professionista reggino nel marzo 2010 si reca a Bovalino dal capocosca per informarlo di un'operazione congiunta delle Dda di Reggio e Milano. È l'inchiesta Crimine-Infinito

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di Vincenzo Imperitura
27 gennaio 2023
10:00
Giovanni Zumbo
Giovanni Zumbo

Una vita, quella ufficiale, da commercialista affermato, più volte nominato amministratore giudiziario di aziende confiscate; un'altra, quella riservata, trascorsa tra la massoneria, i servizi segreti e l’ingombrante legame con i De Stefano e con Giovanni Ficara, boss del quadrante sud di Reggio con cui organizzerà il ritrovamento di un’auto arsenale, nel giorno dell’arrivo del Presidente Napolitano in città.

Giovanni Zumbo è stato uno dei punti di contatto tra il mondo del crimine organizzato e le istituzioni deviate dello Stato. È lui, nel marzo del 2010, a recarsi a Bovalino al cospetto di Giuseppe Pelle, mammasantissima del clan di San Luca dopo la morte del padre “’Ntoni Gambazza”, morto d’infarto nel giugno dell’anno precedente. Una visita che ha un unico scopo, informare il boss della maxi operazione congiunta tra le Dda di Reggio e Milano, Crimine-Infinito. Gli audio trasmessi in esclusiva nell'ultima puntata di Mammasantissima già disponibile su LaC Play.


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«Sarei un ipocrita se vi dicessi che si può salvare qualcosa, se avessi potuto con tutto il cuore, però la situazione non è che è messa bene – racconta Zumbo, che a Bovalino si è fatto accompagnare dal boss Giovanni Ficara, a Giuseppe Pelle – Hanno messo delle microspie a determinate persone: Oppedisano… Gattuso… Si parla di sangue, onore e cariche. Operazione Patriarca la chiamano (in effetti, l’operazione Crimine della distrettuale antimafia di Reggio era chiamata originariamente Patriarca, ndr). Congetture e sentito dire secondo me. La famiglia Pelle però non si sente – dice ancora Zumbo “lisciandosi” il potente interlocutore – loro non parlano. In silenzio fanno le cose. Ma c’è gente che in un’intercettazione… fannu u pezziu. Uno scempio».

Stringato e preciso, Giovanni Zumbo continua la sua esposizione dei fatti che verranno. E se l’operazione di Reggio fa paura, quella che suscita maggiori preoccupazioni è quella lombarda. «C’è un’altra operazione più grossa, fatta a Milano dal Ros dei carabinieri. Si chiamerà Rinascita – lo stesso nome che, anni più tardi, sarà assegnato alla maxi indagine di Nicola Gratteri – La farà la Boccassini e lì ci sono cose più serie. Si parla di società per azioni e tutte queste situazioni. Intercettazioni fittizie di beni, cose così». Le rivelazioni di Zumbo sugli imminenti arresti,  sorprendono Pelle. «Quindi ci sono due operazioni sopra di me? –  si domanda il mammasantissima di San Luca che senza scoraggiarsi, bolla tutto come falso e si informa su ulteriori soffiate – Ennu genti chi parranu, eu non c’intru nenti cu sa genti. Ma quando la fanno st’operazione lo sappiamo?». «Almeno due giorni prima» gli fa eco Ficara trovando sponda sull’impassibile Zumbo. «Eh, si no sapimu – ridacchia – non sappiamo quando le fanno, ma lo sapremo. Una settimana prima vi dico tutto».

Passano pochi mesi, le manette delle due operazioni sono scattate da tempo e Zumbo è ristretto in carcere. Siamo nell’ottobre del 2011, entrato nella saletta dei colloqui, l’ex commercialista – che durante il processo a suo carico dirà, uniche parole pronunciate in tutto il dibattimento «Sono un organo dello Stato» - sta per incontrare la moglie. Sa di essere ascoltato dagli inquirenti, ci mette pochi secondi a scovare la telecamera di sorveglianza. «Devi capire – dice alla moglie che continua a chiedergli il perché di quelle sue scelte – che ci sono alcune cose che non si possono dire. Non per il mio bene ma per il tuo. Non posso toccare determinate… perché sennò espongo te». Le risposte di Zumbo non sembrano convincere la donna che lo incalza, continua a chiedergli, farfuglia un nome. «Lui non sapeva niente al 100%, te l’ho spiegato cosa voleva lui. Doveva venire e non sono più riuscito a contattarlo – risponde sottolineando il fatto con un gesto della mano come a scartare completamente l’idea – Quando mi è successo il fatto… Mancini (facendo probabilmente riferimento allo 007 ritenuto fine conoscitore di tante pagine oscure dell’ultimo ventennio in riva allo Stretto) si è interrotto, no?...si è interrotto, poi cosa è successo? È successo che questo qua è venuto… tramite un amico comune… mi ha detto che siccome là hanno perso contatti perché c’era stata la… dice “l’unica persona di cui noi ci fidiamo, visti i trascorsi, sei tu”».  

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