VIDEO | Anche Palazzo Piacentini tra le mete culturali per il Ferragosto al Museo 2025, proposte dal MiC che quest'anno ha scelto proprio l'immagine dei Bronzi di Riace per promuovere l’iniziativa nazionale
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Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria visitabile dalle ore 09 alle ore 20, con le consuete modalità di ingresso, anche domani nella giornata di Ferragosto. Rinnova, infatti, la sua proposta ferragostana il ministero della Cultura con musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali tra cui castelli, abbazie, complessi monumentali, ville e giardini resteranno aperti anche nel giorno festivo.
Il MiC ha scelto i Bronzi di Riace nel mare da dove sono emersi proprio il 16 agosto del 1972, per l’immagine di promozionale dell’iniziativa ferragostana. I capolavori della statuaria bronzea del V secolo a.C., costituiscono la maggiore attrattiva del museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Ma esso, tra i più rappresentativi del periodo della Magna Grecia e della Calabria antica, unitamente ai celebri guerrieri Bronzei, accoglie anche una ricca collezione di reperti provenienti da tutto il territorio calabrese, dalla Preistoria alla tarda Età Romana.
La lastra in terracotta
Dunque solo il tempio dei Bronzi di Riace. Il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, diretto da Fabrizio Sudano, è uno scrigno tutto da scoprire in cui la storia ultramillenaria della città si racconta attraverso preziosi reperti. Una delle pagine più significative di questa ricca storia è quella dedicata del santuario Griso Laboccetta, il più importante dell’antica Rhegion, come ci spiega l’archeologa del museo reggino Martina D’Onofrio.
«Si tratta di una lastra in terracotta che riproduce delle figure femminili impegnate in una danza, l’una accanto all'altra e con le mani sulle spalle dell’altra. Sicuramente il fregio proseguiva con altre figure femminili, anche se non sappiamo esattamente quante fossero. Il pregio di questa lastra risiede nella policromia che testimonia come un realtà il mondo antico fosse a colori. Non solo la policromia ma anche peculiarità dell’oggetto stesso e della sua unicità nell'ambito del contesto dell'area sacra». Continua a leggere su IlReggino.it