Simposi, convegni, confronti con il mondo della scuola che prenderanno il via il 31 ottobre e proseguiranno a novembre e dicembre
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A Cosenza, nel cuore antico della città, sta per accadere qualcosa che va oltre l’evento culturale. Il 31 ottobre, nell’Archivio di Stato ricavato dall’antico convento di San Francesco di Paola, prende il via la Biennale di Filosofia: un gesto politico e civile prima ancora che culturale. Perché la filosofia, quella vera, non nasce nei convegni accademici, ma nelle piazze, nei chiostri, nei luoghi dove la vita pulsa e le domande bruciano.
Per troppo tempo abbiamo relegato il pensiero ai manuali, ai corridoi universitari, alle biblioteche silenziose. Come se ragionare fosse privilegio per pochi. La Biennale di Cosenza rovescia questo paradigma: la filosofia torna nei luoghi di tutti. Nei chiostri, nelle biblioteche, in una taverna, nelle scuole, perfino al Beat Music Club. Torna tra i ragazzi, tra i cittadini, tra chi sente che qualcosa non torna nel mondo e cerca parole per dirlo.
Il viaggio comincia da Bernardino Telesio, il filosofo nato a Cosenza nel 1509 che sfidò Aristotele e la scolastica osservando la natura con i propri occhi. Scrisse De rerum natura iuxta propria principia – sulla natura secondo i suoi principi – e finì nell’Indice dei libri proibiti. È a lui che è dedicata la prima maratona filosofica: non un omaggio museale, ma un ritorno di attualità. Oggi che il pianeta brucia e la natura chiede ascolto, la sua lezione diventa urgente: osservare, comprendere, rispettare.
Il 31 mattina Luigi Bilotto indagherà l’intreccio tra storia e filosofia, parlandoci del suo ambiente e delle sue vicende familiari; Roberto Bondì metterà Telesio accanto a Galileo per capire cosa significa rivoluzionare lo sguardo; Riccardo C. Barberi intreccerà fisica e pensiero. E i ragazzi del Polo Fermi-Brutium non saranno spettatori, ma co-protagonisti. Perché una filosofia che non passa alle nuove generazioni non è futuro, è archeologia. Nel pomeriggio Mimmo Tàlia affronterà con Luigi Gallo il tema degli algoritmi che decidono la nostra vita, e dopo di lui Delly Fabiano in un dialogo con Antonio Romeo affronterà le connessioni tra la Matematica e la filosofia.
L’Archivio di Stato, antico convento dove visse e pregò San Francesco di Paola, diventa il primo tempio del pensiero. Qui, alle 11 del 31 ottobre, si inaugura la mostra documentale su Telesio: carte originali, frammenti di un tempo in cui Cosenza era faro di cultura europea. Poi, al 20 e 27 novembre, la Biblioteca Nazionale ospiterà le maratone “Interazioni” e “Interconnessioni”: dialoghi sui legami profondi tra saperi, dall’etica alla biologia, dalla metafisica all’algoritmo. Nel pomeriggio del 27, la filosofia si farà corpo alla Taverna dei Tre Filosofi dando voce alla convivialità. Perché il pensiero non è solo concetto, è comunità. Platone discuteva nei simposi, Socrate nelle strade. Questa Biennale restituisce alla filosofia la sua origine concreta: generare relazioni, non teorie astratte.
Il cuore della Biennale batte tra gli studenti: PCTO attivati, salotti filosofici nelle scuole, laboratori condotti dai ragazzi. All’Orto Botanico dell’Unical, ai musei di Paleontologia, Mineralogia, Zoologia, al RiMuseum, i giovani entreranno come esploratori e non come visitatori distratti. Toccheranno reperti, porranno domande, discuteranno di natura, vita, esistenza. Perché ai ragazzi oggi diamo strumenti, competenze, dati. Ma chi dà loro le domande? Chi insegna a dubitare, a mettere in discussione, a resistere al dominio dell’algoritmo e del pensiero unico? Questa Biennale nasce per loro: per restituire il diritto di pensare.
Un momento simbolico: ore 18 del 31 ottobre, Chiostro di San Francesco. “Voci per Gaza”: concerto lirico in una Biennale di filosofia. Non un intermezzo musicale, ma un atto di coscienza. La filosofia che non guarda al presente è morta. Il canto dei giovani del Conservatorio diventa grido per le vittime, domanda alla coscienza collettiva. Perché pensare significa scegliere da che parte stare.
La quarta maratona, il 4 dicembre, mette al centro la sfida del futuro: “Intelligenza e psiche”. L’intelligenza artificiale non è fantascienza: è realtà quotidiana. Può generare sviluppo o produrre nuove forme di dominio. Il pensiero è l’unico strumento per discernere, per capire cosa resta dell’uomo quando l’intelligenza diventa artificiale. La giornata si chiuderà con la consegna del Premio “Sigillo di Alarico”, simbolo di un tesoro sepolto. Metafora potente: anche la Calabria nasconde un tesoro – la sua capacità di pensare, di generare cultura, di non arrendersi.
Non solo conferenze: “LibriAmo – Conversazioni con l’autore”, “PoEtica – Variazioni Cromatiche”, “Inonija. Visioni, suggestioni, versi” al Beat Music Club. Letture sceniche, musica dal vivo, poesia. Perché la filosofia senza arte è arida; l’arte senza filosofia è muta. Questa Biennale restituisce l’unità originaria del pensiero: parola, suono, corpo, immaginazione. La Biennale non è evento di facciata, ma percorso di tre mesi, da ottobre a gennaio: quattro maratone, decine di laboratori, salotti, visite guidate, concerti, incontri. Una città che sceglie di pensare ad alta voce. Una Calabria che non subisce il futuro, ma prova a costruirlo.
Alle otto e mezza del mattino del 31 ottobre, le porte dell’Archivio di Stato si apriranno. Nessuna tessera, nessuna iscrizione. Solo un invito: esserci. Perché la filosofia non è materia per élite, ma diritto di ogni cittadino. È il coraggio di guardare la realtà e chiamarla per nome. È la forza di dire no al pensiero delegato, al consenso passivo, all’algoritmo che decide per noi. Bernardino Telesio, quattrocento anni fa, guardò la natura e disse: io penso con la mia testa. Fu condannato. Oggi non c’è un indice dei libri proibiti, ma esistono nuove autorità: il mercato, il consenso, il like. Questa Biennale è la risposta: un gesto di libertà, un invito alla responsabilità, un atto di rivoluzione civile.

