VIDEO | Per lo storico circolo culturale, il 2026 si preannuncia pieno di sfide sempre più ambiziose. Un’esperienza che sta destando un interesse certamente nazionale
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Prima la decisione assunta dall’assemblea poi l’atto sottoscritto dal notaio. Il Rhegium Julii chiude l’anno guardando con slancio al 2026 dopo essersi dotata di uno strumento operativo, ossia la fondazione. Dopo oltre 50 anni di fervida attività, il Rhegium Julii reca nella sua denominazione di fondazione anche il sottotitolo che racchiude la sua visione e la sua mission: Fondazione Rhegium Julii, Istituzioni e Imprese per la Cultura.
Essa è nata con un consiglio di amministrazione al momento composto da sei soci del circolo, con il presidente Giuseppe Bova, i vicepresidenti Giuseppe Caridi e Mario Musolino, il segretario Vincenzo Filardo, Lucia Lipari e Franco Costantino. Gli altri tre, visto che l’organo consta di nove componenti, saranno da nominare a seguito delle sottoscrizioni.
Porte aperte, dunque, non solo a Istituzioni ed Enti locali ma anche alle imprese della città, in un’ottica di coinvolgimento più attivo delle realtà che operano sul territorio.
«I tempi erano ormai maturi – spiega il presidente Giuseppe Bova - per guardare a esperienze come il premio Campiello, sostenuto dalle imprese del Veneto. Imprese e aziende che sostengono realtà culturali come avviene anche per il premio Strega supportato da una delle aziende più interessanti in Italia.
Una nuova dimensione per il Rhegium Julii che certamente porterà beneficio al territorio, proponendosi di intercettare le energie migliori che la città esprime.
Noi stiamo creando un'opportunità di crescita per l’associazione e per l’intero territorio. Questo costituisce un fatto nuovo che può generare anche delle importanti novità capaci di dilatare anche le esperienze internazionali che stiamo consolidando.
Non si può andare avanti immaginando, tenendo un sogno chiuso in un cassetto e attendendo risorse condizionate dalla politica. Dobbiamo lavorare per rendere questa organizzazione qualcosa di alto livello. Per fare questo occorrono strumenti operativi adeguati e un coinvolgimento di attori che diano stabilità.
Stiamo già registrando segnali importanti e sappiamo esserci su di noi attenzioni di livello nazionale. Speriamo che il 2026 sia foriero di nuovo slancio e importanti novità che ci aspettiamo», conclude Giuseppe Bova, presidente della fondazione Rhegium Julii, Istituzioni e imprese per la Cultura.


