Il ricordo dell'ex sindaco di San Giovanni in Fiore Riccardo Succurro, che ripercorre la cerimonia del 2003 alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi: «In quella occasione parlammo degli irrisolti problemi del Meridione»
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Centodiciotto anni fa il disastro di Monongah nel West Virginia, il più grave disastro minerario della storia degli Stati Uniti d'America. Era il 6 dicembre 1907 quando un'esplosione nella miniera di carbone della Fairmont Coal Company coinvolse le gallerie numero 6 e 8. Centosettantuno le vittime "ufficiali" italiane, dei quali oltre trenta provenivano da San Giovanni in Fiore per un incidente che rappresenta anche la più grave sciagura mineraria dell'emigrazione italiana.
A ricordare la prima grande tragedia che colpì gli emigrati italiani e calabresi nel giorno della ricorrenza Riccardo Succurro, presidente del Centro Internazionale di Studi e ex sindaco di San Giovanni in Fiore che nel dicembre 2003 partecipò a una cerimonia in West Virginia, accompagnato dal vicesindaco Vincenzo Gentile. Commemorazione a cui prese parte il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
«Ricorre oggi l'anniversario della tragedia di Monongah, un avvenimento triste rimasto indelebile - scrive Succurro - nella memoria collettiva ed evocativo, nel linguaggio popolare, di eventi funesti. Nella miniera rimasero intrappolate centinaia di persone e, fra queste, decine di emigrati del nostro paese».
«Nel 2003 ci recammo su quella collinetta del West Virginia e deponemmo una targa commemorativa, a nome di tutte le donne e gli uomini di Fiore, come simbolo di un legame perenne. È vivo il ricordo di una grande commozione mentre cercavamo i nomi dei nostri concittadini sulle lapidi del cimitero di Monongah. Anche il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, venne in America per commemorare gli scomparsi. In quella occasione ci incontrò e conversammo; gli esposi - conclude l'ex sindaco di San Giovanni in Fiore - gli irrisolti problemi del Meridione».

