«La Calabria continua a perdere i suoi giovani a un ritmo allarmante. Secondo le ultime elaborazioni basate su dati Istat negli ultimi vent’anni la regione ha perso circa 162.000 giovani tra i 18 e i 34 anni, pari a un calo del 32,4% in questa fascia cruciale per lo sviluppo economico e sociale». A lanciare l’allarme è Mariaelena Senese, segretario generale della Uil Calabria, che sottolinea: «Dietro tutti questi numeri ci sono storie di ragazzi e ragazze che fanno le valigie per costruire un progetto di vita lontano dalla propria terra».

La proposta: un Fondo Regionale per il rientro

Per contrastare questa emorragia, la Uil rilancia la proposta di un Fondo Regionale dedicato: un pacchetto di misure economiche, fiscali e sociali per favorire il ritorno e la permanenza stabile dei giovani calabresi. «La vera sfida – spiega Senese – è non solo far rientrare i giovani che sono andati via, ma fermare questa continua emorragia».

Gli strumenti concreti: dal voucher al co-working

Tra le misure proposta dal sindacato ci sono:

  • Voucher “Torno in Calabria” fino a 30.000 euro per chi rientra per lavorare o avviare una start-up.
  • Aiuti per l’affitto con opzione di acquisto per facilitare l’accesso alla casa.
  • Fondo “Start-Up Rientro” con contributi a fondo perduto fino al 70%.
  • Borse di ricerca “Ricerca a Sud” per chi sceglie di lavorare in atenei ed enti calabresi.
  • Credito d’imposta per le imprese che assumono professionisti rientrati.
  • Piano “Calabria Smart Work” con hub digitali nelle aree interne.
  • Portale “Talenti di Ritorno” per mettere in contatto domanda e offerta.
  • Risorse europee e strategie di sviluppo

Le misure non sarebbero solo ipotesi, ma strumenti concreti finanziabili con le risorse europee. Il sindacato richiama il Programma Regionale Calabria Fesr-Fse+ 2021-2027, che mette a disposizione fondi per l’inclusione sociale, l’housing e il sostegno all’occupazione. L’obiettivo è trasformare la Calabria in un “laboratorio di innovazione e crescita sostenibile”, puntando su agroindustria, rinnovabili, turismo sostenibile, blue economy, digitalizzazione, intelligenza artificiale e healthcare.

«Non assistenzialismo, ma investimento»

«Non si può parlare di sviluppo e rilancio del territorio se non c’è un deciso investimento nel capitale umano», ribadisce la Uil. Il piano “Ritorno dei Cervelli” punta a percorsi formativi avanzati, in collaborazione con università, centri di ricerca e imprese locali. «Non si tratta di assistenzialismo – sottolinea Senese – ma di un investimento sul futuro. La vera domanda non è se possiamo farli tornare. La vera domanda è: quanto siamo disposti a cambiare per meritare il loro ritorno?».