Corte dei Conti e Banca d’Italia valutano coerenti i contenuti del Documento programmatico di finanza pubblica e ne confermano il quadro di previsione. La spesa risulta coerente con la scelta, obbligata, del Governo di tenere i conti sotto controllo. Ma bisogna definire gli obiettivi. Sono le valutazioni che la Corte dei Conti e la Banca d’Italia fanno sul peso delle misure inserite del Dfpf, nelle loro audizioni davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Per il Cnel, ascoltato in precedenza, vi sono «evidenti progressi nelle riforme strutturali» risulta necessario «preservare gli investimenti pubblici» e «rafforzare le politiche familiari». Per tutti, un quadro generalizzato di incertezza condiziona la crescita che anche per il 2026 si prevede «modesta».

Due i punti evidenziati dalla Banca d’Italia: le risorse a favore di investimenti, ricerca e istruzione e la razionalizzazione delle spese fiscali. Le prime dovrebbero essere aumentante per consentire al Paese maggiori capacità competitive. Le seconde necessiterebbero un aggiustamento per evitare squilibri. Peserà l’aumento della spesa per la difesa ed il Governo, anche qui dovrà trovare dei correttivi. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la posizione del Governo: «la sostenibilità della finanza pubblica» viene prima di qualsiasi altra cosa insieme al contenimento ed alla tenuta dei conti. raggiunto l’obiettivo del 3% di rapporto deficit/Pil. Confermato il peso della manovra che sarà di 16 miliardi. Dieci di tagli alla spesa, il 60% della copertura, e 6 di maggiori entrare. Sull’ipotesi di rottamazione delle cartelle esattoriali ci sarà ancora qualche giorno di tempo per definirne la portata.

Tra i partiti di maggioranza ci sono diversità di vedute. «Non è possibile - ha detto Giorgetti - immaginare una rottamazione all’infinito a beneficio di tutti, bisogna distinguere tra meritevoli e non meritevoli». Ci sarà una soglia. Il provvedimento non riguarderà i debiti dei contribuenti fino a 5mila euro, escludendo così dalla sanatoria il 90% delle riscossioni. I pagamenti potrebbero arrivare a nove anni di dilazione. Per le iscrizioni a ruolo fino a mille euro, invece, il Governo pensa a mini rate di 50 euro al mese per estinguere il debito. La sanità potrebbe recuperare 2,5 miliardi per finanziare il fondo nazionale e per gli stipendi del personale.

Sul fronte delle imprese si pensa a rendere strutturale, ma con modifiche importanti, l’Ires premiale per le imprese che reinvestono gli utili assumendo personale: l’aliquota scenderebbe dal 24% al 20%. Confindustria ha chiesto al Governo 8 miliardi per innovazione e competitività ed attende risposte sulle misure di contrasto all’aumento dei dazi sull’export. Per il sostegno diretto alle famiglie si pensa a contributi per la natalità, alla conferma del congedo parentale facoltativo all’80% dello stipendio per tre mesi dopo la fine di quello obbligatorio e alla reintroduzione dell’imposta di registro a forfait fisso per l’acquisto della casa da parte degli under 36. Sarà anche rifinanziato il fondo di garanzia per i mutui. Le audizioni delle commissioni Bilancio di Camera e Senato proseguiranno fino a lunedì con le parti sociali, sindacati ed associazioni datoriali. Entro mercoledì 15 ottobre il Governo dovrà trasmettere il Documento programmatico di bilancio alla Commissione europea e all’Eurogruppo.