Crisi energetica

Imprese turistiche calabresi sul lastrico: «L’ultima bolletta? 72mila euro. E abbiamo il fotovoltaico»

VIDEO | La testimonianza del titolare di una struttura alberghiera del Cosentino: «Incrementi generalizzati incidono per il 15% del fatturato. Se continua così apriremo solo nel periodo estivo» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Matteo Lauria
2 ottobre 2022
18:30

L’allarme del “caro bollette” continua a colpire il tessuto economico e, a cascata, i lavoratori occupati che manifestano sofferenze nella gestione degli stipendi a causa degli aumenti indiscriminati. La situazione rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba sociale se non si perviene ad opportuni rimedi. E dalla Sibaritide arrivo un nuovo grido d’allarme dal settore alberghiero. Il rischio immediato in alcune imprese è la messa in cassa integrazione di parte dei dipendenti e la chiusura delle attività nei periodi “morti”.

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Crisi energetica, imprenditori in difficoltà

Così come potrebbe accadere all’hotel Roscianum di Corigliano Rossano dove, in queste ore, è pervenuta una bolletta dell’energia elettrica per il periodo luglio-agosto 2022 di oltre 72mila euro. Luigi Marino, direttore e titolare della nota struttura alberghiera Roscianum, sottolinea che un leggero incremento si era già riscontrato da giugno 2022. Nello stesso periodo dello scorso anno, riferisce l’imprenditore, «pagai 23mila euro, nonostante la struttura sia dotata di impianto fotovoltaico di 300kw grazie agli incentivi sull’energia rinnovabile. Poi lo Stato bloccò i sostegni e ci fermammo. Tuttavia, sono già in cantiere altre previsioni di spesa anche grazie al Pnnr per la realizzazione di altri 100 kw con accumulo di batteria». La stagione estiva appena terminata ha portato i suoi frutti, nella consapevolezza, oramai cronica, che di turismo estivo e di flussi importanti si possa beneficiare nei soliti 40 giorni tra la fine di luglio e agosto.

I rincari generalizzati incidono per il «15% rispetto al fatturato di agosto. E se continua così, continua Marino, con ogni probabilità nei prossimi giorni valuteremo se chiudere la struttura per poi riaprire nella prossima primavera per lavorare solo nel periodo estivo».  L’importante insediamento alberghiero assorbe 50 unità lavorative. E per alcuni, se non saranno apportate misure significative ai rincari generalizzati, si aprono le porte degli ammortizzatori sociali. Modalità che si sta cercando, almeno in questa fare, si evitare.

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L'imprenditore: «Aumenti del 300%»

Come uscirne? «Un primo aiuto potrebbe essere la riduzione dell’Iva accompagnata da un provvedimento di incentivi alle fonti rinnovabili». E poi è necessario introdurre un tetto alla spesa massima, poiché gli aumenti sono «indiscriminati e raggiungono in alcuni casi il 300%». L’appello è rivolto anche alle amministrazioni locali e alla mole di tassazione (Imu, Tari, etc etc) riservata alle grandi strutture ricettive: «Bisognerebbe venire incontro alle strutture di grosse dimensioni che magari d’inverno utilizzano parzialmente le loro potenzialità. Altrimenti saremo costretti a chiudere».  

Giornalista
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