Venti euro all’anno. Tanto vale il taglio dell’Irpef per chi ha un reddito di poco superiore a 29mila euro. Lo sconto fiscale sarebbe, invece, venti volte maggiore per i contribuenti con un imponibile di 50mila euro: 36 euro al mese, 440 euro all’anno. Lo dice l’elaborazione realizzata dall’Ordine dei consulenti del lavoro sull’ipotesi, annunciata nel Dfpf e che potrebbe entrare nella prossima manovra finanziaria, di tagliare l’Irpef del 2%. L’aliquota scenderebbe dal 35% al 33%. Ad avere maggiori benefici sarebbero i redditi oltre i 45mila euro e fino a 50mila, limite massimo per avere la detrazione.

Lo sconto sarebbe progressivo: si partirebbe da 20 euro circa, 1,7 euro al mese, per i redditi con imponibile fiscale di 29mila euro, per arrivare ad un massimo di 440 euro, 36 euro al mese, per i redditi con un imponibile di 50mila euro. Se non sarà compensata con un aggravio delle detrazioni l’elaborazione proietta il beneficio massimo fino ad un imponibile di 63mila e 500 euro. L'allargamento dello scaglione fino a 60mila euro, sostengono i consulenti del lavoro, aggiungerebbe ulteriori 1.000 euro di sconto. Il costo stimato del taglio dell’Irpef sarebbe di 2,5 miliardi. Dalla elaborazione dei dati effettuata emerge che un contribuente con un imponibile di 27.243 euro, che in passato ha beneficiato delle riduzioni, ora avrebbe un alleggerimento fiscale nullo. Mentre i redditi pari o superiori a 28.151 euro, avrebbero un beneficio di soli 3 euro.

Per i consulenti del lavoro la riduzione delle tasse comincerebbe ad essere più consistente attorno ai 32.700 euro, arrivando a poco più di 93 euro, per poi salire a 112 euro per un imponibile da 33.600 euro. A 40.800 euro l’alleggerimento dell’Irpef varrebbe 257 euro, a 45.500 sarebbe di 348 euro e a 49.945 euro toccherebbe i 439 euro. Da questa soglia in poi diventerebbe di 440 euro. Il calcolo non tiene conto di eventuali riduzioni che potrebbero essere inserite e che sono possibili manovrando al ribasso le leve delle detrazioni fiscali. Il taglio dell’Irpef riguarda il secondo scaglione dell’aliquota oggi al 35%. I contribuenti inseriti in questa fascia sono 12,6 milioni, il 30% del totale. Ma l’80% inserito in questa fascia finirebbe per risparmiare pochi spiccioli.

Il costo per lo Stato sarebbe di 1,2 miliardi. Ai titolari redditi di questo scaglione andrebbero ad aggiungersi circa 3 milioni di contribuenti che dichiarano più di 50 mila euro. Per loro il guadagno sarebbe maggiore, con un costo aggiuntivo per lo Stato di 1,3 miliardi di euro. La misura pensata per le famiglie ed il ceto medio finirà per avvantaggiare chi ha redditi superiori con un taglio della tassazione che avrà un peso molto più consistente rispetto a chi risparmierà appena 20 euro all’anno.