Aumenti in arrivo già da gennaio. I produttori riducono le vendite di microcircuiti e le aziende fanno scorte
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Le Big tech stanno investendo cifre senza precedenti per acquistare componenti per alimentare la potenza di calcolo delle piattaforme di intelligenza artificiale. Gli annunci degli ultimi giorni parlano di decine di miliardi di dollari che equivalgono a centinaia di milioni di unità di memoria che oggi nessuno è in grado di fornire. I chip hanno un costo elevato e sono di difficile reperibilità, i produttori ne stanno dosando le vendite per non svuotare i propri magazzini: l’evasione degli ordini procede molto a rilento. Va avanti così da un anno. Ora, però, i prezzi aumenteranno e a pagare il conto saranno gli utenti finali. I microcircuiti sono fondamentali per tutti i dispositivi mobili, per i pc, per gli elettrodomestici e per gli autoveicoli. Stati Uniti e Cina hanno contribuito in maniera determinante ad aggravare la situazione attuale: nella guerra commerciale in atto a perdere saranno i consumatori, gli unici a non poter adottare contromisure adeguate. Le aziende produttrici, al contrario, per evitare il crollo dei prezzi e mantenere alti i margini di guadagno, hanno ridotto la quantità di microcircuiti in distribuzione.
I best player dicono di essere in difficoltà. Vale anche per TSMC, l’azienda taiwanese, che è il più grande produttore di semiconduttori al mondo e che fornisce i chip ad Apple, Nvidia, Qualcomm e AMD. Quest’ultima ha annunciato aumenti del 10% a partire da gennaio. Lu Weibing, numero uno di Xiaomi, ha avvertito che nel 2026 «la pressione sulla catena di fornitura dei chip di memoria sarà molto maggiore rispetto a quest'anno» e che di conseguenza «i prezzi al dettaglio dei prodotti subiranno un aumento significativo». In una intervista a Bloomberg il cfo di Lenovo, Winston Cheng, ha spiegato che l’azienda «sta aumentando significativamente le proprie scorte di memoria, con un incremento di circa 50% rispetto ai livelli considerati usuali». Sempre Bloomberg segnala che Smic, il più grande produttore cinese di chip, ha evidenziato difficoltà da parte dei clienti ad effettuare ordini nel lungo periodo vista la difficoltà a stabilire quanti dispositivi o automobili potranno essere equipaggiati con i chip. Samsung è corsa ai ripari mettendo in cantiere un nuovo stabilimento, cosa che potrebbe fare anche l’altra azienda sudcoreana SK Hynix leader mondiale in uno dei segmenti professionali. TSMC aprirà uno stabilimento negli Usa per assicurare le forniture alle Big tech.
Le vendite attuali
Alcune stime parlano di 80 milioni di unità GPU vendute dall’inizio dell’anno. Nel terzo trimestre del 2025 questo mercato è cresciuto del 2,5%. A dominare le vendite è Nvidia con il 24%, seguita da AMD con il 15%. Prestazioni al massimo nel mercato enterprises ma cresce, seppure di poco, anche il mercato consumerò. Sempre nel terzo trimestre del 2025 risultano in aumento le vendite di CPU che arrivano a 65 milioni di unità consegnate con il segmento notebook al 70% e il desktop al 30%. Le vendite di AMD superano quelle di Intel. Per effetto dei ritocchi dei listini già annunciati, nel mercato Usa i prezzi aumenteranno in media di 20 dollari.


