Più acquisti, più prestiti per i consumi natalizi con il ricorso, sempre più frequente, a finanziamenti personali, rateizzazioni e dilazioni di pagamento. Non saper rinunciare a qualcosa che non è alla portata delle proprie tasche può riservare bruttissime sorprese. Se sono molto costosi, i regali o le vacanze possono pesare sulle disponibilità economiche delle famiglie per mesi o anni.

I canali ufficiali di credito sono sempre aperti e forniscono garanzie a patto di ricevere identiche garanzie di solvibilità da parte di chi richiede il prestito. Ma c’è chi utilizza altre strade, meno sicure e più ricche di pericoli per ottenere, ed in maniera spesso anche più veloce, la somma necessaria a saldare l’acquisto.

Con le feste natalizie, periodo in cui le famiglie si concedono qualcosa in più, aumenta il rischio usura. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre. «L’incremento delle spese - spiega l’associazione - coinvolge anche gli artigiani e i piccoli commercianti che, a differenza dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, non dispongono né di entrate certe né della tredicesima mensilità».

Non avendo accantonamenti da impegnare e non avendo disponibilità immediata si fa ricorso al credito su cui banche ed istituti finanziari mettono vincoli sempre più rigidi. Di qui il rischio che l’impossibilità di superare i controlli sulle garanzie di rientro dal debito alimentino il mercato dei prestiti in nero gestito spesso da organizzazioni criminali che impongono tassi di interesse altissimo. «Le festività generano pressioni sociali - spiega l’Ufficio studi della Cgia - e regali, cene, doni e impegni sono percepiti spesso come “necessari”, anche a chi si trova in difficoltà economiche. Tale situazione induce molte persone a ricorrere a prestiti per non deludere le aspettative, determinando un aumento dell’accesso al credito che frequentemente assume anche forme illegali».

Gli ultimi dati Istat sul fenomeno usura, su dati del 2023, dicono che circa 10 milioni di italiani hanno chiesto prestiti o aiuti economici per mancanza di liquidità o per far fronte a momenti di particolare difficoltà. Famiglia e banche sono i primi a cui ci si rivolge, ma una quota importante, pari al 15%, ha chiesto aiuto ad altri soggetti. Disoccupati e lavoratori precari risultano, secondo l’Istat, i più esposti ai rischi, soprattutto quelli di cedere ad offerte che poi si rivelano delle vere e proprie trappole. L’Istituto nazionale di statistica registra che 3,5 milioni di italiani hanno segnalato di aver ricevuto proposte di aiuto economico da parte di persone che non conoscevano: il 25,6% di quanti si sono rivolti ad “altre persone” è stato approcciato da sconosciuti da cui hanno ricevuto offerte economiche.

L’incidenza è molto alta al Sud, il 9,8%, con punte del 14% in Campania. Uno dei limiti evidenziati dal report riguarda la scarsa consapevolezza sull’entità degli interessi pagati che risulta maggiore tra quanti hanno un titolo di studio più basso. Si può essere raggirati e questo porta alla peggiore delle ipotesi in campo: i tassi di interesse sono così elevati da rendere impossibile la restituzione del prestito. Le festività natalizie, insieme al periodo delle vacanze estive sono i due momenti dell’anno in cui il rischio aumenta: le soluzioni fai da te, o peggio, quelle affidate a sconosciuti, sortiscono sempre effetti indesiderati.