Il correttivo alla manovra sposta in avanti l’uscita dal lavoro, riduce lo sconto per chi ha riscattato gli anni di studio e cambia le regole su Tfr e previdenza complementare. Stop alla norma taglia debiti per i Comuni in disavanzo
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Il correttivo del Governo presentato in commissione bilancio al Senato presenta alcune novità rispetto al testo della manovra finanziaria circolato fino a ieri. In questo ultimo emendamento Palazzo Chigi ha sparigliato le carte per recuperare le risorse aggiuntive necessarie a finanziare il nuovo pacchetto per le imprese da 3,5 miliardi. Un miliardo e 300 milioni arriveranno dalle assicurazioni e 780 milioni dal ricollocamento dei fondi per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto. Ma la novità sta nello spostamento in avanti di due anni e mezzo per la pensione per quanti hanno riscattato gli anni di studio universitario, insieme allo spostamento, anche questo in avanti, ma di tre mesi, dei pensionamenti anticipati, che oggi è possibile ottenere con 42 anni e 10 mesi di contributi. Dal 2027 gli uomini potranno anticipare l’uscita con 43 anni ed 1 mese, e le donne con 43 anni. Ma non è tutto. Da qui al 2035 il termine avanzerà progressivamente fino a 43 anni e 6 mesi. Ma è andata peggio a chi ha deciso di riscattare la laurea pagando migliaia di euro per andare in pensione prima. In forza dell’emendamento del Governo risulta più consistente ila riduzione del beneficio commisurato agli anni di studio.
Per uscire dal lavoro chi ha conseguito un titolo triennale beneficerà di soli 6 mesi di “sconto”, chi ha conseguito la laurea magistrale perderà la metà degli anni riscattati. Il provvedimento non avrà effetti sull’importo dell’assegno e neppure sul costo del riscatto che resterà invariato. Se per i contribuenti l’impatto sarà immediato, gli effetti sui conti pubblici si vedranno solo a partire dal 2030. Lo Stato, secondo le previsioni dei tecnici del ministero dell’Economia, nell’arco di questi dieci anni risparmierà circa 4 miliardi di euro.
Sempre sul fronte pensioni, da luglio 2026 i neoassunti nelle imprese con almeno 50 dipendenti saranno iscritti automaticamente ai fondi di previdenza complementare. Chi vorrà optare per un’altra scelta dovrà comunicarlo entro 60 giorni dalla firma del contratto. Le aziende con almeno 50 dipendenti saranno inoltre tenute a versare all’Inps il Tfr dei propri lavoratori. In commissione Bilancio prosegue la discussione e oggi scade il termine ultimo per la presentazione dei sub emendamenti.
Il tetto della spesa farmaceutica che determina il payback per le aziende, cioè gli acquisti diretti, aumenta dello 0,30% sul fondo sanitario, passando al 15,65%. Ma ci sono novità anche per gli enti locali. ed anche in questo caso di segno negativo. Slitterà infatti al 2027 la norma taglia debito dei Comuni che avrebbe consentito lo sblocco di risorse alle amministrazioni locali in disavanzo. Manca la copertura finanziaria, Stato e Anci dovranno rivedere le norme per le città con più di 20mila abitanti per le quali il vincolo di spesa rimarrà immutato.

