Dal 2027 scatterà l’aumento di tre mesi previsto dalla Legge Fornero, ma il governo Meloni lo spalma su due anni. Solo chi svolge lavori gravosi o usuranti potrà andare in pensione a 67 anni
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Per molti italiani il traguardo della pensione si allontana ancora di qualche passo. Con la Legge di Bilancio 2026, il governo Meloni sceglie una linea di equilibrio tra la sostenibilità dei conti pubblici e la tutela dei lavoratori: niente strappi alla Legge Fornero, ma un adeguamento “morbido” dell’età pensionabile. Dal 2027, infatti, l’età per la pensione di vecchiaia - oggi fissata a 67 anni - aumenterà di un mese per poi crescere di altri due mesi nel 2028. Un incremento graduale che evita scossoni ma che, di fatto, segna l’inizio di una nuova fase del sistema previdenziale italiano.
La scelta del governo
La decisione arriva dopo settimane di confronto tra Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia. Bloccare del tutto gli aumenti previsti dalla Legge Fornero sarebbe costato circa tre miliardi di euro: una cifra considerata troppo alta per le casse pubbliche. La premier Giorgia Meloni ha dunque scelto una via mediana, che da un lato consente di rispettare gli automatismi legati all’aumento della speranza di vita, e dall’altro evita un impatto immediato e pesante per chi è vicino alla pensione.
L’Italia in controtendenza con l’Europa
Mentre la Francia ha sospeso la riforma delle pensioni dopo le forti proteste sociali, mantenendo per ora l’uscita a 62 anni, l’Italia si prepara a superare definitivamente la soglia dei 67 anni. Secondo le stime della Ragioneria Generale dello Stato, il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia salirà nel 2050 a 68 anni e 11 mesi, fino a toccare
i 70 anni nel 2067.Il "motore” della Fornero e la speranza di vita
Il meccanismo di aggiornamento automatico dell’età pensionabile è frutto della Legge Fornero del 2011, che collega l’età di uscita dal lavoro all’aspettativa di vita. Dopo il calo dovuto alla pandemia, la speranza di vita degli italiani è tornata a crescere: oggi si attesta intorno a 84,1 anni, il valore più alto in Europa insieme alla Svezia (dati Eurostat 2024).
È proprio questo aumento a far scattare, dal 2027, l’adeguamento previsto.
Le nuove soglie: chi dovrà lavorare più a lungo
Nel concreto, l’età pensionabile salirà:
- a 67 anni e 1 mese nel 2027;
- a 67 anni e 3 mesi nel 2028;
- e probabilmente a 67 anni e 5 mesi nel 2029.
Contestualmente cresceranno anche i requisiti per la pensione anticipata:
- 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 11 mesi per le donne nel 2027;
- 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne nel 2028.
Chi si salva: lavori gravosi e usuranti
Restano esclusi da questi aumenti coloro che svolgono lavori gravosi o usuranti. Si tratta, tra gli altri, di operai metalmeccanici, infermieri e ostetriche su turni, maestri d’asilo, medici, addetti alle pulizie, facchini, conducenti di mezzi pubblici, operai edili, operatori ecologici e chi assiste persone non autosufficienti. Per questi lavoratori, la pensione potrà arrivare a 67 anni, senza gli aumenti previsti per le altre categorie.
Le pensioni minime e i piccoli ritocchi
La Manovra 2026 prevede anche un lieve aumento per le pensioni minime. Dal 1° gennaio 2026, chi ha più di 70 anni o si trova in condizioni di grave disabilità riceverà 12 euro in più al mese rispetto al 2025, portando l’incremento complessivo a 20 euro nominali (considerando anche gli 8 già previsti dalla precedente legge di bilancio).
Nel frattempo, per tutti i pensionati al minimo (oggi circa 2,3 milioni di persone), grazie alla rivalutazione Istat e alla maggiorazione straordinaria per l’inflazione, l’importo salirà da 616,67 euro a 620,41 euro mensili: un aumento di circa 3,7 euro.
Ape Sociale confermata, addio a Quota 103 e Opzione Donna
La bozza della manovra proroga l’Ape Sociale, l’assegno ponte fino alla pensione (massimo 1.500 euro al mese) destinato a disoccupati di lungo corso, caregiver, invalidi civili e lavoratori gravosi o usuranti. Non vengono invece rinnovate Quota 103 e Opzione Donna, per mancanza di risorse.
Confermato, invece, il bonus Giorgetti per chi decide di rimanere al lavoro pur avendo maturato i requisiti: in questo caso la retribuzione cresce di circa il 10%, grazie alla riduzione dei contributi Inps.
La nuova Manovra sulle pensioni segna un passo prudente, ma inevitabile, nel percorso tracciato dalla Legge Fornero. Il governo Meloni sceglie di non bloccare l’aumento dell’età pensionabile, ma di ammortizzarlo nel tempo, salvaguardando le categorie più fragili. Una soluzione che da un lato tutela i conti pubblici, dall’altro spinge milioni di italiani a rivedere, ancora una volta, i propri piani per il futuro.