Non ci sono riferimenti alle campagne elettorali delle varie regioni, Calabria in primis, ma l’analisi dello stato di attuazione di progetti Pnrr in Italia effettuata dal segretario confederale Uil Santo Biondo è spietata per quanto scrupolosa, e meriterebbe doviziosi riferimenti da parte di ogni candidato, specie governatore.

Santo Biondo

Il sindacalista calabrese, da poco assorbito nella struttura del segretario generale Bombardieri, ha firmato uno studio sull’aggiornamento delle spese per Sanità, istruzione e inclusione sociale previste dal Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza in cui riassume i dati regione per regione e conclude come i progetti procedano a sostanziale rilento.

Istruzione e Ricerca

Secondo Biondo nella Missione 4, dedicata alle misure su Istruzione e Ricerca, l’Italia dispone del 15,48 % dei fondi del Pnrr, per un ammontare pari a 30 miliardi di euro. Dallo studio è emerso che la spesa effettiva di queste risorse è ferma al il 45,4% di quanto disponibile. Le regioni più virtuose, si fa per dire, sono Veneto e Val d’Aosta al 43% mentre la Calabria con la Sicilia è ferma al 27% delle risorse, per la nostra regione un miliardo e 400 milioni di euro.

Inclusione e Coesione

Inclusione e Coesione fanno parte della Missione 5 dove l’Italia dispone di quasi 17 miliardi: qui la spesa è ferma a 2 miliardi per l’inclusione sociale ed a 38 milioni per la disabilità. La Liguria è unica oltre la metà dei pagamenti mentre la Calabria, che dispone di 257 milioni, è fra quelle più in ritardo statica al 32% delle somme spese.

Salute

Per la delicata Missione Salute, la numero 6, l’Italia dispone in totale di 15 miliardi 620 milioni ma la spesa effettiva ha raggiunto solo il 27,6% del totale. La regionale più virtuosa, la Campania, è al 64% mentre la Calabria è desolatamente ultima con la Sardegna al 12% di pagamenti rispetto ai 652 milioni disponibili.

Secondo Biondo risulta inaccettabile che il governo non metta in campo sforzi adeguati a centrare l’obiettivo della totale messa a terra delle risorse.

«Vogliamo riportare il dibattito sui dati e sulla sostanza delle politiche – ha detto il segretario confederale Uil – per rispondere ai bisogni reali dei cittadini, ridurre le disuguaglianze e promuovere uno sviluppo equo e sostenibile».