Maxi investimento

Ponte sullo Stretto, la partita si sposta in Europa: caccia ai fondi dell’Ue che per ora cofinanzierà gli studi con risorse «minime»

Continua il percorso per l’inserimento dell’opera nella Rete di trasporto comunitaria che vale miliardi di euro. Il progetto compare nelle mappe interattive solo come “idea di studio”, ma la Lega preme per vederlo incluso ufficialmente nel Corridoio Scandinavo-Mediterraneo

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di Pablo Petrasso
10 aprile 2024
06:15

«Il Ponte sullo Stretto di Messina è qualcosa che l’Europa ci chiede e che ci aiuterà a realizzare». È trascorso circa un anno da quando Matteo Salvini, in un’intervista al Gazzettino, esibiva il proprio alleato più autorevole nella corsa verso quella che considera l’opera-bandiera del proprio ciclo da ministro delle Infrastrutture. Sarà pure un alleato ma se ne sono visti di più entusiasti, stando alle parole di Pat Cox, che per l’Ue coordina la Rete transeuropea di trasporto (Ten-T) del Corridoio Mediterraneo-Scandinavo.

Cox, secondo quanto riportato dall’Ansa, ha spiegato che le uniche risorse che potrebbero arrivare per ora da Bruxelles sono quelle di un co-finanziamento al 50% per gli studi di preparazione e aggiornamento del progetto per la costruzione dell’opera. Una «minima parte» di fondi per una mega struttura che muoverà decine di miliardi di euro. Cox è ancora più chiaro e spiega che per accedere agli strumenti di finanziamento riservati ai collegamenti nel Continente «il progetto dovrà entrare a far parte» di quegli strumenti. Insomma, «quello che possiamo fare per ora è solo il cofinanziamento degli studi». Sarà pure vero che ce lo chiede l’Europa, come sostiene Salvini, ma di certo lo fa in maniera piuttosto tiepida e in quanto ad aiutare l’Italia a realizzarlo si vedrà, studi di progettazione a parte.


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Quando il ministro (e non soltanto lui) parla della grande opera come di una delle strutture portanti del corridoio Ten-T Palermo-Reggio-Roma-Milano-Berlino-Helsinki si riferisce alla Rete transeuropea di trasporto governata da Pat Cox, la stessa che prevede al momento di fornire soltanto una «minima parte» di finanziamenti (e solo per gli studi progettuali). La rete Ten-T prevede di sviluppare nell’Ue infrastrutture «coerenti, efficienti, multimodali e di alta qualità». Riguardo agli stanziamenti, nel 2013 l’Unione europea ha creato il fondo Connecting Europe Facility, stanziando circa 24 miliardi di euro per finanziare alcuni progetti previsti dalla rete assieme agli Stati membri coinvolti. I miliardi, nel 2021, sono diventati quasi 34.

Le parole di Cox sono piuttosto chiare ma i documenti lo sono ancora di più: finora il Ponte sullo Stretto non rientra tra le infrastrutture previste nel Corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Le due opere principali sono il tunnel del Fehmarn Belt, che unirà l’isola di Lolland, in Danimarca, con l’isola di Fehmarn, in Germania, e la galleria di base del Brennero. Quest’ultima è pensata per accelerare il collegamento ferroviario tra Innsbruck (Austria) e Fortezza, considerato uno dei maggiori colli di bottiglia dell’intero sistema. Le reti Ten-T non prevedono al momento il Ponte sullo Stretto, se non in un’indicazione contenuta all’interno di una mappa interattiva che cataloga l’opera come “study ideas” (“idee di studio”). Scenario coerente con le indicazioni di Cox sulla disponibilità dell’Ue a finanziare (almeno per ora) gli aggiornamenti progettuali: in futuro si vedrà.

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Per Salvini e i pro Ponte è soltanto questione di tempo: in passato sarebbero state le indecisioni dei governi sull’opera a frenare l’Unione europea; ora che il piglio è più decisionista anche Bruxelles potrebbe decidere di accelerare. Per i contrari invece parlano i documenti: il Ponte non è inserito ufficialmente nella Rete e in più circostanze la Commissione Ue ha sottolineato che «non figura nell’elenco dei collegamenti transfrontalieri e collegamenti da realizzare per il completamento della Rete Ten-T». Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo dovrà attraversare lo Stretto di Messina ma, almeno fino al 2021, le ipotesi sulle modalità di questo attraversamento erano apertissime: una relazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lasciava aperta ogni soluzione, parlando di una continuità per il passaggio di treni o altri veicoli da garantire «in forma stabile o meno».

La situazione potrebbe cambiare: la Lega ha presentato nei mesi scorsi un emendamento per inserire nel Corridoio la costruzione del Ponte e il testo è stato inserito nella proposta di revisione della Rete Ten-T. L’iter è andato avanti e le possibilità che l’opera sia finanziata anche dall’Ue crescono. Al momento, però, le risorse riguardano soltanto il cofinanziamento degli studi.

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