L’attacco

Simet, Baldino (M5S): «Sulla vertenza triste sceneggiata del ministro Salvini e dell’assessore Staine»

Per il capogruppo pentastellato alla Camera si è «consumata una storia di ingiustizia sociale a danno dei 33 lavoratori licenziati»

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di Redazione
15 novembre 2023
11:07

«Quello che si sta consumando attorno alla vicenda Simet sembrerebbe essere solo una tristissima sceneggiata politica che vede come attori non protagonisti il ministro Salvini e l'assessore Staine». A sostenerlo, in una nota, è Vittoria Baldino, vicecapogruppo del M5s alla Camera. «Solo pochi giorni fa, infatti - aggiunge Baldino - hanno annunciato il perfezionamento di un accordo tra Simet e Ferrovie dello Stato che arriva all'esito di una intricata vicenda economica che ha visto la società partecipata dallo Stato in un primo momento ritirarsi da un accordo di partnership precedentemente concluso con l'azienda, con gravi conseguenze per l'azienda stessa ma soprattutto per i lavoratori. Questi ultimi, i veri protagonisti della vicenda, sono quelli che più di tutti ne hanno pagato le spese, perdendo il posto di lavoro e dovendo intraprendere una dura battaglia legale per veder riconosciuti i propri diritti».

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«Ora, secondo gli annunci e le note celebrative - sottolinea l'esponente pentastellata - il nuovo accordo raggiunto avrebbe dovuto 'preservare e salvaguardare tutti i posti di lavoro', in realtà però si tratterebbe dei 46 lavoratori ancora in forza presso l'azienda, mentre i 33 lavoratori licenziati, alcuni in attesa di sentenza dal giudice del lavoro, resterebbero esclusi dall'accordo di cessione da Simet a Busitalia Rail Services srl del ramo d'azienda relativo al trasporto passeggeri su gomma sulla lunga distanza e del relativo piano occupazionale. A loro resterebbero le vane speranze e i vuoti annunci».


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«Una circostanza che fa il paio con la decisione di lasciare fuori dai tavoli di concertazione la rappresentanza sindacale dei lavoratori
licenziati che solo il prossimo 21 novembre, cioè a cose fatte, sarà informata dei termini e della natura dell'accordo. Una storia di ingiustizia sociale e di agnelli sacrificali, che auspicavamo si concludesse diversamente - conclude Vittoria Baldino - confidando nel buon nome dell'azienda e nella serietà di una classe politica che invece ancora una volta ha scelto di voltare le spalle ai lavoratori».

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