Il 19 agosto entrerà in vigore il nuovo regolamento Agcom per fermare le pratiche ingannevoli a danno degli utenti. Secondo Consumerismo nel 2024 le pressioni indebite sugli utenti hanno causato un danno economico di 2 miliardi di euro
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Lunghe attese per parlare con l’operatore o insistenti proposte di modifica dei contratti telefonici o di luce, acqua e gas. Fino a dieci chiamate alla settimana per strappare qualche minuto di conversazione o rubare un sì che “autorizza”, neanche tanto legalmente, a cambiare gestore dei servizi. Le insistenze e le pressioni indebite da parte di operatori senza scrupoli hanno colpito e condizionato il libero mercato delle tariffe.
Dal 19 agosto le cose dovrebbero cambiare: entrerà in vigore lo scudo anti telemarketing molesto stabilito dal nuovo regolamento dell’Agenzia per le Comunicazioni. Scatterà il blocco per tutte le telefonate in arrivo sui numeri di rete fissa in partenza da call center gestiti da società estere che per ingannare gli utenti utilizzano finte numerazioni nazionali. A novembre scatterà poi il blocco delle chiamate inoltrate da utenze mobili sui numeri di rete fissa e sui telefonini.
I gestori telefonici nazionali dovranno impedire il camuffamento e l’inoltro alle utenze domestiche delle chiamate moleste. Sono previste multe fino a 1 milione di euro. Il telemarketing molesto punta su due obiettivi, spesso concomitanti: far passare alla vittima di turno qualche minuto in linea per lucrare sul costo della chiamata o vendere prodotti commerciali in maniera fraudolenta. I contratti sono regolari ed appartengono ad aziende serie che ne hanno esternalizzato la vendita ma che sono all’oscuro delle tecniche impiegate per fare nuovi clienti. Il costo di una telefonata addebitato al malcapitato di turno può variare da 30 centesimi di euro a 1 euro e 50 ogni 30 secondi di attesa o di conversazione. Ci sono call center che riescono a portar via anche 1 euro ogni 15 secondi.
Gli operatori esteri propongono in maniera abbastanza aggressiva il cambio del gestore telefonico o dell’azienda che eroga i servizi di acqua, luce e gas: un sì durante la conversazione equivale all’accettazione della modifica del contratto. A maggio l’Antitrust ha avviato un’istruttoria contro sette società con sede all’estero i cui call center proponevano contratti nel settore dell’energia e nel settore delle telecomunicazioni. In Italia sono attivi 2mila call center, regolarmente registrati e ad elevata affidabilità, con 80mila operatori: un business da 3 miliardi di euro all’anno. Ci sono però decine di società con sede all’estero che svolgono attività illegali che destabilizzano il mercato dei servizi e della telefonia e danneggiano gli utenti con offerte ingannevoli.
Secondo il Codacons le nuove regole «non fermeranno il fenomeno delle telefonate commerciali» dal momento che «sarà ancora possibile falsificare le numerazioni chiamando dall'Italia e il blocco non si estenderà alle chiamate commerciali che usano prefissi stranieri». Per il Codacons «nonostante i 32 milioni di utenti iscritti ad oggi al Registro Pubblico delle Opposizioni, ogni italiano riceve in media ogni settimana dalle 5 alle 8 telefonate commerciali» ed è urgente intervenire «per impedire che i consumatori perdano ingenti somme di denaro per le attività di promozione fraudolenta di investimenti finanziari o in criptovalute». «Le false numerazioni mobili - conclude il Codacons - continueranno a raggiungere gli utenti almeno fino a novembre. Sarà ancora possibile falsificare le numerazioni chiamando dall’Italia, e il blocco non si estenderà alle chiamate commerciali che usano prefissi stranieri».
Anche Assoutenti avverte sull’estensione delle truffe telefoniche a nuovi prodotti commerciali ad altissimo rischio: «chi viene portato a rispondere con l’inganno può facilmente cadere nella trappola di chi attraverso il telemarketing propone anche investimenti finanziari». Secondo Consumerismo No Prof il telemarketing aggressivo solo nel settore della fornitura di servizi di luce e gas produce ogni anno danni per oltre 2 miliardi di euro. L’associazione sostiene che «nel 2024 quasi un quarto degli utenti dell'energia elettrica, il 23,8% dei clienti domestici, ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell'anno e che il 18,7% ha cambiato gestore nel settore del gas: oltre 14 milioni di famiglie hanno siglato nuovi contratti di fornitura».
Per Consumerismo «la pressione del telemarketing ha spinto nell'ultimo anno circa 5 milioni di utenti a cambiare gestore attraverso pratiche scorrette e aggressive e in assenza di reali vantaggi economici: una trappola che ha portato le vittime a spendere mediamente tra il +10% e il 20% sulle bollette di luce e gas rispetto alle normali tariffe di mercato, con un danno complessivo stimato in circa 2,1 miliardi di euro annui».