La sfida del giovane chef della Sila: il suo panettone genuino ha scalato tutte le classifiche di qualità

A 10 minuti da Lorica e altrettanti da Camigliatello c'è Hyle, gioiello della ristorazione guidato dal cuoco calabrese Antonio Biafora che a tempo di record è riuscito a conquistare una stella Michelin. Quest'anno ha deciso di intraprendere una nuova sfida creando il suo dolce natalizio per eccellenza

di Franco Laratta
17 dicembre 2022
11:05

Biafora è un marchio di qualità. È anche un pezzo di storia. È un’impresa familiare di oltre 60 anni di attività nel cuore del parco nazionale della Sila. Biafora è nel frattempo un’impresa giovanissima. Siamo a 10 minuti da Lorica e altrettanti da Camigliatello. La località si chiama Garga. Sessant’anni fa qua c’era solo qualche campo di patate e l’omonima stazione delle Calabro-Lucane. Nulla più.

Hyle è l’ultima nata, ed è venuta alla luce sotto la terribile pandemia. Ma con una buona…stella! Il giovane chef Antonio Biafora ha conquistato con merito, e a tempo di record, l’ambita stella Michelin. E il suo Hyle, gioiello della ristorazione di qualità è sempre tutto esaurito. Hyle nel linguaggio filosofico è la materia non ancora formata. E occorre ricorrere ad Aristotele per capire il senso profondo del termine greco.


Hyle come il legno della splendida foresta silana. Ma anche il legno come ambiente, materia, natura.

Una stella ottenuta in pochi mesi di attività (lockdown compreso), significa una stella per la giovane età di Antonio e per il suo coraggio, ma anche una stella per la sua storica famiglia di albergatori e ristoratori che sono partiti da zero tanti anni fa.

La prima sfida di Antonio Biafora è stata realizzare un ristorante di eccellenza, con pochi tavoli, dove tutto si fonde in un unico elegante ambiente. E che presenta un menù di grande qualità, dove tradizione e innovazione si integrano alla perfezione.

Il panettone di Antonio Biafora

Ma ora c’è nuova sfida per Antonio Biafora chef e imprenditore: produrre un panettone che sia il migliore, il più buono, il più genuino d’Italia. Solo artigianale, fatto esclusivamente di prodotti locali. Frutto di uno studio accurato, figlio di una sperimentazione attentissima. Per poi arrivare alla produzione vera e propria: ore e ore, giorno e notte, alla ricerca della giusta armonia dei prodotti, alla giusta lievitazione, ai profumi, agli aromi, alla cottura. Tante settimane di lavoro, tanta la passione in un giovane chef calabrese che adora questa terra, punta tutto sui prodotti locali, ama la tradizione ma cerca sempre spunti di innovazione.

Il panettone in numero limitato (ma c’è anche uno squisito pandoro), viene prodotto grazie ad un duro lavoro manuale, tanto tempo, pazienza, natura e creatività. Il tempo conta molto, come la pazienza, il gusto dell’attesa, la voglia di puntare al meglio. L’impasto, solo con lievito madre, è frutto di processi lenti e artigianali. Le materie prime come vaniglia e agrumi sono usate nella loro integrità, e non sotto forma di aromi o estratti.

Lo chef è un ragazzo deciso e determinato: «Pensiamo, studiamo, sperimentiamo, creiamo: solo così possiamo assicurare la migliore esperienza di gusto, fatta di abbinamenti inediti e sapori indimenticabili».

Facile intuire qualche rilievo sul prezzo. Ma è come discutere di una Ferrari che costa di più di una Panda. Sono paragoni del tutto privi di senso. Ogni cosa ha il suo valore; ogni prodotto vale per come è fatto, per la scelta dei prodotti, per il tempo necessario a produrla. Poi ognuno è libero di scegliere.

Antonio Biafora ha frequentato alcuni corsi tenuti da Vincenzo Tiri, classe 1981, uno tra i maggiori lievitisti italiani. Figlio d'arte, vive e lavora ad Acerenza, in Basilicata, dove ha realizzato il suo più grande sogno: produrre il Panettone più buono del mondo. In pochi anni il suo dolce natalizio scala tutte le classifiche delle più importanti testate di settore, ottenendo numerosi riconoscimenti da parte della critica specializzata. Vincenzo è un ragazzo del Sud. Come il calabrese Antonio Biafora. Come stiamo dimostrando da tempo: il Sud è ricchissimo di talenti, ormai pronti a lanciare una grande sfida a tutto il paese e anche agli altri paesi europei. In ogni campo.

La sfida di Antonio Biafora, uno stellato del profondo sud, è una sfida di qualità. Difficile da vincere. Impensabile fino a qualche anno fa. Ma per quanto ci riguarda, Biafora l’ha già vinta. E pensare che tutto è nato dal nonno di Antonio, che mise in piedi una trattoria dal nulla, nel cuore della Sila. Che poi divenne un ristorante tipico con annesse alcune stanze come albergo. Quindi arrivò il papà di Antonio, e con il suo garbo e una grande visione del futuro, la struttura spiccò lentamente il volo. L’impresa Biafora raggiunge il top con la terza generazione. Una storia tutta calabrese, fatta di sudore e passione, lavoro e testardaggine.

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